PIEMONTESINA

Addio bei giorni passati

mia piccola amica ti devo lasciar

gli studi son già terminati

abbiamo finito così di sognar.

Lontano andrò, dove non so

parto col pianto nel cuor

dammi l’ultimo bacio d’amor.

Non ti potrò scordare Piemontesina bella

sarai la sola stella che brillerà per me

ricordi quelle sere passate al Valentino

col biondo studentino che ti stringeva sul cuor.

Addio mio vecchio studente

di un giorno passato che adesso è dottor

io curo la povera gente

ma pur non riesco a guarire il mio cuor.

La gioventù non torna più,

quanti ricordi d’amor

a Torino ho lasciato il mio cuor.

Non ti potrò scordare…

PASSANDO PER CIBIANA

 

Passando per Cibiana, oilà

e per Forcela Giau, oilà

tutte queste biondine

mi dicon caro, mi dicon moro

o mio tesoro, che bell’alpin.

 

Passando per Auronzo, oilà

e per Forno di Zoldo, oilà

ma sempre senza un soldo

avanti o baldi alpini

che sui confini siamo arrivà.

 

lo zaino per guanciale, oilà

giberna e mantellina, oilà

e un po’ d’erba fina

stretti noi poveretti

ce ne andremo a riposà!

PEZZO ARDITO SUL GOLICO

 

La quindicesima Batteria

del bel gruppo Conegliano

di una prova di ardimento

il Pezzo Ardito sul Golico vuole dar

        Un tenente a tutto deciso

        un sergente dal fegato canino

        sette serventi dai muscoli d’acciaio

        voglion col Pezzo sparar lassù.

Era la sera del 21 Marzo

decisa parte la spedizione

e sotto il tiro dei mortai nemici

con grande calma si iniziò il camin.

        Con gli spallacci si posò il Pezzo

        su quelle rocce a dislivello

        e sotto i colpi delle mitraglie

        la colonna sempre avanzò.

Uno scarpone vecchio Penna Nera

comandante del Batt. Gemona

tutto dispone per la posizione

su quel costone tra rocce e burroni.

        Inizia il fuoco il Pezzo Ardito

        contro mitraglie e osservatori

        centrando in pieno gli obbiettivi

        a lui affidati per farli saltar.

Durante il tiro accellerato

il pezzo venne pure mutilato

ed in gran parte lo scudo squarciato

dalle scheggie del nemico mortal.

        Tutti al posto di combattimento

        sino a fare ultimata

        ed il Gran Dio ha risparmiata

        la bella vita dell’artiglier.

Al tenente comandante

al sergente capo pezzo

ai serventi del Pezzo Ardito

il Colonello così parlò.

        Sempre fedele alla consegna

        alle tradizioni del Conegliano

        la quindicesima Batteria

        sempre degna del suo valor.

QUEL MAZZOLIN DI FIORI…

 

Quel mazzolin di fiori…

Che vien dalla montagna…

Quel mazzolin di fiori…

Che vien dalla montagna.

E bada ben che non si bagna

chè lo voglio regalar…

E bada ben che non si bagna

chè lo voglio regalar…!

 

        Lo voglio regalare…

        Perché l’è un bel mazzetto

        lo voglio dare al mio moretto

        questa sera quando ’l vien…

 

Stassera quando ’l viene…

Gli fo la brutta cera,

e perché sabato di sera

non l’è vegnu da me.

 

        Non l’è vegnu da io…

        L’è andà dalla Rosina!…

        E perché mi son poverina

        mi fa pianger e sospirar.

 

Mi fa pianger e so-sspirare…

Sul letto dei lamenti!…

E cosa mai diran le genti

cosa mai diran di me.

 

        Diràn ch’io son tradita…

        Tradita nell’amore!…

        Ed a me mi piange il core,

        e per sempre piangerà!…

QUESTA TOMBA

 

Questa tomba i sospiri raccoglie,

è d'un figlio che tanto m'amò;

questa tomba i sospiri raccoglie,

è d'un figlio che mai non vedrà!

 

        L'allevai fra i sospiri ed affanni,

        ma il destino non volle così;

        non appena compiuti i vent'anni,

        innocente in guerra morì!

RAGAZZINE, VI PREGO ASCOLTARE

 

Ragazzine, vi prego ascoltare

la mia storia con giusta ragion,

io la voglio davver raccontare,

che mi trovo nei grandi dolor.

 

Da quel dì dalla morte crudele

fianco mio l’amor mi rapì

a pensar ch’ero tanto fedele,

trovo pace né notte e né dì.

 

Mi voleva per Pasqua sposarmi

ma il destino non volle così:

non avendo compiuto i vent’anni

che sul Piave innocente morì.

 

Mi ricordo dei cari suoi baci

che mi dava stringendo al mio sen;

mi diceva: “Sei bella, mi piaci,

sulla terra sei nata per me.”

 

Ragazzine che fate l’amore,

capirete quant’è il mio soffrir:

non c’è al mondo più grande dolore

di vedere l’amante a morir.

 

Son rimasta nel mondo smarrita,

senza aver la gioia al sen;

prego Dio che mi tolga la vita

per andare a viver con sé.

 

Così disse con voce tremante,

per tre volte così replicò;

chiuse gli occhi dolenti all’istante

poi in cielo con lui se ne andò.

RICHIAMO DELLA 111a COMPAGNIA

del Battaglione Monte Levanna - IV Alpini

 

Eih! de la ’Al Brembana

Vegne scià chi lo…

“Che sunerem la piva!…

Sì…, balerem un po’… Oh, Oh!…”

RIFUGIO ALPINO

 

Rifugio alpino;

un pò velato dalla nebbia lieve,

che spicchi fra la neve

tu mi ricordi chi non torna più.

 

        Sul cappello, sul cappello che noi portiamo,

        vi è una lunga, vi è una lunga penna nera.

 

Un bacio. - È poi partito.

Mi amava tanto e più non tornerà.

 

        A noi serve, a noi serve da bandiera,

        su pei monti, su pei monti a guerreggiar.

 

Conservo l'edelweis che m'ha donato

ricordo di quel nostro grande amor.

 

        Rifugio alpino;

        là sulla roccia il mio nome è inciso

        lo scrisse un dì un Alpino:

        l'amore mio, caduto per l'onor.

        (canto in lontananza)

 

Sul cappello, sul cappello che noi portiamo,

vi è una lunga, vi è una lunga penna nera.

A noi serve, a noi serve da bandiera,

su pei monti, su pei monti a guerreggiar.

ROSA DELLE ALPI

 

Là dei monti sulle alture

via lontan da ogni duol,

spunta un fiore tinto in rosa

che s'indora al primo sol.

 

        La sua patria è là su in alto,

        lì soltanto può fiorir,

        se di là sarà strappato

        va nostalgico a morir.

 

Rosa alpina tu riunisci

tutti i monti intorno a te,

stringi insieme tutti i cuori

nel sorriso e nella fe'.

 

        Nel color tuo rosso aurora

        si rispecchia il nostro amor

        per le nitide montagne

        per chi vive nel lavor.

SALENDO IN MONTAGNA

 

Al mio rifugio salgo pian piano,

di passo in passo

con la testa china,

penso alla cima che poi raggiungerò.

 

M’accompagna la rugiada,

l’aurora mi circonda:

schiarisce pian piano

e sembra dirmi che: “tra poco il sole splenderà”.

 

Nell’acqua tremolante d’un ruscello

getto un fiore,

il suo corso sicuro e saltellante

quel fiore a valle porterà.

 

E forse una fanciulla

nel suo secchio lo attingerà;

il suo profumo dai monti

un pensiero le porterà,

mentre continuo di passo in passo

a salire al mio rifugio.

 

SE IL DISTRETTO

 

Se il distretto mi dà il cappello

me poveretto, me poveretto

Se il distretto mi da il cappello

me poveretto che son soldà.

 

        Se il distretto mi dà il fucile

        l’è per partire, l’è per partire

        Se il distretto mi dà il fucile

        l’è per partire a militar.

 

O non piangere morosa mia

se vado via ritornerò

ritornerò sta primavera

con la bandiera dei trè color.

SE L’ALPIN SORRIDECI QUEL FATO

 

Se l’alpin sorrideci quel fato

che su di noi pesò tant’anni

se il nostro suol fu liberato

da ingordi e perfidi tiranni

a ognun incombe il gran dovere

di essere buoni cittadini

aver coraggio e non temere

siccome i nostri fieri Alpini.

        Vigil sentinella

        dell’Italica frontiera

        svelta qual gazzella

        sia che il sol risplenda o annera!

Salve a te baluardo

invincibile, gagliardo

a te che Italia intera

ben affidò sua libertà.

SE O’ VESS DI MARIDAIMI

 

Se o’ vess di maridaimi

un çhaliar nol çhiolaress…

Se o’ vess di maridaimi

un çhaliar nol çhiolaress. Giuliéta!…

        Oop-sa-sa Nineta

        un çhaliar nol çhiolaress!…

 

Lu le bon dè battir suelis

E anche mi ’l me battaress…

 

        Con quei quattris ch’al guadagne

        no ’l mantien gnanche un poless…

 

Benedetis lis Charnielis

benedetis i lor pais!…

SE TE TOCO LE TO MANINE

 

Se te toco le to manine in t’un canton

lo diresti al to papà … incantonà?

 

Sito mato che mi gh’el diga al mio papà

che contenta mi son restà… incantonà!

 

Se te toco i to brassetti in t’un canton

lo diresti al to papà… incantonà!

 

Sito mato che mi gh’el diga al mio papà

che contenta mi son restà… incantonà!

 

Se te toco le to tetine in t’un canton

lo diresti al to papà… incantonà?

 

Sito mato che mi gh’el diga al mio papà

che contenta mi son restà… incantonà!

SENTI CARA NINETA

 

Senti cara Nineta

cosa m’è capità:

m’è capità una carta

che sono richiamà.

Se sono richiamato

bela no sta a zigàr

stra quatro o cinque mesi

mi vegno congedà!

SEUGNA BEL ALPIN

 

Staneuit a sona la cioca

e el son ass perd per la val,

a van le fomne ant la fioca

a van a messa ed Natal.

 

        O ti ch’it vene ans la tera

        staneuit o Gesù Bambin

        a coj ch’a son lassù ’n guera

        fa grassia e staje dausin.

 

Seugna

seugna bel alpin;

mentre ch’it doeurme

s’na van i to sagrin,

posa ’ns na pera

la tua testa bionda

mentre ch’it doeurme

tua mare a l’è dausin.

 

        Doman a jè taola pronta

        mangio el capon a toa cà…

        Ans’j’euj ’na lagrima a sponta

 

a finirà tut el mal

a smija ch’a cala ’ns la tera

la pas dla neuit ed Natal…

SI SPERA CHE PRESTO FINISSA LA GUERA

 

Si spera che presto

finissa la guera,

che alora qua in tera

finisse ogni mal.

 

        Evviva l’Union

        e la libertà,

        evviva l’Union

        e la libertà!

 

Si spera che i sassi

deventa paneti

che alora i poareti

se possa saziar.

 

        Evviva l’Union

        e la libertà,

        evviva l’Union

        e la libertà!

SIAMO GIUNTI QUI IN NOVE ALPINI

 

Siamo giunti qui in nove alpini

che del nemico ne fanno i flagelli

il nome ci anno dato da assassini

che pur di loro ne fanno macelli.

Soldati da montagna e da confini

vestiti grigioverde con cappelli

povere di lor le sue famiglie

se pur ci allentassero le briglie.

SIGNORE DELLE CIME

 

Dio del cielo,

Signore delle cime

un nostro amico

hai chiesto alla montagna.

 

Ma ti preghiamo,

ma ti preghiamo,

su nel paradiso,

su nel paradiso,

lascialo andare

per le tue montagne.

 

Santa Maria

Signora della neve,

copri col bianco

soffice mantello

il nostro amico,

il nostro fratello,

su nel paradiso,

su nel paradiso,

lascialo andare

per le tue montagne.

SOLDAI CHE VA ALLA GUERRA

 

Soldai che va alla guerra

no’ i lava mai le man,

 

solo qualche volta

col sangue dei cristian.

 

Soldai che va alla guerra

no’ i stende mai a dormir

 

Solo qualche volta

perché i va a morir.

SON L’UNDICI DI NOTTE…

 

Son l’undici di notte, e l’aria ’oscura;

tutto è silenzio e dormono gli augelli!…

del cimitero io varco le mura,

e guardo intorno a questi muti avelli!…

 

Povero Giulio, dovrai morire anche tu…

E allora i tuoi compagni ti porteranno a Temù…

Povero Giulio, dovrai morire anche tu…

E allora i tuoi compagni ti porteranno a Temù…

SONO UN POVERO DISERTORE

 

Sono un povero disertore,

valicai le mie montagne,

chè Ferdinando l'imperatore

el me ha perseguità.

 

Dalle guardie io ero seguito,

valli e monti io pur scavalcai;

ma una sera che mi addormentai,

mi svegliai incatenà!

 

Con catene alle mani ed ai piedi

in prigione mi han trasportato:

sono un povero vecchio soldato,

e perchè sono qui prigionier?

 

O mio padre, perchè tu sei morto?

e tu madre, perchè vivi ancora?

gemo in ceppi, ma non mi ristora

la condanna ch'è senza ragion.

SPUNTA IL SOLE

 

Spunta il sole all'orizzonte

par che baci l'Alpe in fronte

invitandoci a salir.

Mentre il vento ci accarezza

a guardar da quell'altezza

sembra il mondo impicciolir.

STAMATTINA MI SONO ALZATA

 

Stamattina mi sono alzata

un’ora  prima che leva il sol,

        che leva il sol…

Stamattina mi sono alzata

un’ora prima che leva il sol.

 

E mi son messa alla finestra

e mi g’ho visto el me primo amor,

        me primo amor…

L’era in braccio d’una ragazza,

una ferita mi viene al cor.

 

Cara mamma serè la porta

che qua no entra mai più nisun

        mai più nisun…

Cara mamma serè la porta

che qua no entra mai più nisun.

 

Cara figlia sta alegra e canta,

sta alegra e canta, sta qua con me,

        sta qua con me…

Cara figlia sta alegra e canta,

sta alegra e canta, sta qua con me.

 

Farem fare una casetta

e ci staremo tutti e tre.

        tutti e tre…

Farem fare una casetta

e ci staremo tutti e tre.

 

Prima mio padre, poi la mia madre

e il mio amore in braccio a me,

        in braccio a me…

Prima mio padre, poi la mia madre

e il mio amore in braccio a me.

 

Tutta la gente che passeranno

dimanderanno cos’è quel fior,

        cos’è quel fior…

Tutta la gente che passeranno

dimanderanno cos’è quel fior.

 

Quello è il fiore della Rosina

che l’è morta del troppo amor,

        del troppo amor…

Quello è il fiore della Rosina

che l’è morta del troppo amor.

STELLA ALPINA

 

Si lascia la vecchia città

prima ancor del mattin,

allegri in montagna si va

con l’ardor dell’alpin.

alle bombe del cuore

che serbano un fiore

si canta la nostra canzon.

 

        Non ti scordare di mè

        della bianca stella alpina

        che abbiam colto una mattina,

        su pei monti all’albeggiar,

        non ti scordar di mé,

        di quei baci che m’hai dato

        dove insieme abbiam sognato

        soli, soli, cuore a cuor.

 

A sera tornando in città,

pien d’amor, batte il cuor;

ai monti un saluto si dà,

col ricordo d’un fior.

E con gran nostalgia,

per tutta la via

felice si torna a cantar.

STELUTIS ALPINIS

 

Par segnal, une crosute

        je scolpide lì tal cret;

        fra ches stelis nas l’erbute,

        sot di lor jo duàr culèt.

 

Ciòl su, ciòl une stelute

je a’ ricuarde il nostri ben,

Tu i doras ’ne bussadute

e po platile tal sen.

 

        Quand che a clase tu sès sole

        il mio spirit ator ti svole;

        jo e la stele sin cun te.

 

Ma une dì, quan che la uère

a’ sarà un lontan ricuart,

nel to cur dulà che a’ jère

stele e amor, dut sarà muart.

 

        Resterà per me che stele

        che il mio sanc al a’ nudrit,

        par che lusi simpri biele

        su l’Italie, a l’infinit.

STRINDULÀILE

 

        Strindulàile

strindulàile che’ bambinute

        che si torni

chi si torni a indurmidì!…

        Jè levade

Jè levade le biele stele

        son tre oris

son tre oris devan dì!…

SU IN MONTAGNA

 

Su in montagna nel cuor delle Alpi

vieni o nemico se hai del coraggio

e se qualcuno ti lascia il passaggio

noi altri alpini fermarti saprem.

 

Dove più aspra sarà la battaglia

a corpo a corpo verremo alle mani:

farem vedere che siamo ialiani,

faremo onore al patrio valor!

 

Care mamme che a casa pregate

non disperate pei vostri figlioli,

che su in montagna non siamo mai soli

c’è tutta Italia che a fianco ci sta.

SU LA PIÙ ALTA CIMA

 

Su la più alta cima

cantava un lugherin

che pagheresti o bela

sentir un pochetin?

 

Mi pagheria ’na rosa

’na rosa e un gelsomin

me farò far ’na vesta

da trentasei color.

 

Me la farò taliare

da trentasei sartor,

me la farò cucire

da un giovinzel d’amor.

 

Me la farò cucire

da un giovinzel d’amor,

ogni pontin de ucia

’na rosa e un gelsomin.

SUI MONTI FIOCCANO

 

Sui monti fioccano

le nevi s’avvicinano;

ti scriverò Rosinano

le pene del mio cuor.

Ti scriverò ’na littera

con le parole d’oro,

ti scriverò tesoro,

la vita del soldà!

La vita del soldato

si l’è ’na vita santa

si mangia e ’s bev e ’s canta

fastidi non c’è n’è.

Fastidi dei più grossi

l’è quel della morosa

che lei si farà sposa

e mi farò il soldà.

E mi farò soldato

del sesto Reggimento

non partirò contento

se non t’avrò sposà.

SUL CAPPELLO CHE NOI PORTIAMO   (o ''Sul cappello'')

Il corpo degli Alpini è nato il 15 ottobre 1872. Dovettero però aspettare sei mesi per avere la famosa "penna nera". Il cappello con la penna è la divisa per l’Alpino in congedo, e ama custodirlo per averlo come compagno tutta la vita. Insomma, per un Alpino, il cappello è tutto.

NOTA:

Gli alpini di tutti i reggimenti, di tutti i battaglioni, di tutte le compagnie mutano, secondo la loro appartenenza, i singoli numeri citati nella canzone.

 

Sul cappello, sul cappello che noi portiamo

c’è una lunga, c’è una lunga penna nera

che a noi serve, che a noi serve per bandiera

su pei monti, su pei monti a guerreggiar.

 

        Oi-la-là

 

Su pei monti, su pei monti che noi saremo

coglieremo, coglieremo le stelle alpine

per donarle, per donarle alle bambine

farle piangere, farle piangere e sospirar.

 

        Oi-la-là

 

Su pei monti, su pei monti che noi saremo

pianteremo, pianteremo l’accampamento

grideremo, grideremo al reggimento

viva il settimo, viva il settimo degli alpin.

 

        Oi-la-là

 

Viva il settimo, viva il settimo degli alpin

sessantesima, sessantesima compagnia

la più bella, la più bella che ci sia

e di tutto, e di tutto il battaglion

 

Evviva, evviva il reggimento

evviva, evviva i baldi alpin.

SUL MONTE BIANCO E SUL CERVIN

 

Sul Monte Bianco e sul Cervin

che il sole indora in sul mattin.

 

O come è bello e dolce andar

su per le rocce arrampicar.

 

E noi dell’Alpe siamo come le

vedette

sempre pronti sulle vette e sui

confin.

SUL MONTE NERO

 

Sul Monte Nero è rossa la neve,

rossa di sangue, sangue italiano,

è l’Austria che la tinge a mano a mano,

ma la vendetta trionferà!

 

        Gioia bella, se tu m’ami

        dammi la mano, dimmi addio;

        se ti lascio un figlio mio

        Trento e Trieste portalo a.

 

Faremo la battuta delle lepri,

lepre tedesca, lepre magiara,

vendicheremo l’onta di Novara

e l’Asburgo tremerà.

 

        Gioia bella, se tu m’ami

        dammi la mano, dimmi addio;

        se ti lascio un figlio mio

        Trento e Trieste portalo a.

 

E gli dirai come morì suo padre,

fronte al nemico, bandiera al vento,

e gli dirai che morì contento

Trento e Trieste per liberar.

 

        Gioia bella, se tu m’ami

        dammi la mano, dimmi addio;

        se ti lascio un figlio mio

        Trento e Trieste portalo a.

SUL PONTE DI BASSANO     (I versione)

E il Ponte delle Penne Nere. Da qui partirono i battaglioni per difendere il Monte Grappa e per andare a liberare Trento. Originale l’ultima strofa per il modo con cui l’Alpino manda, per così dire, a quel tal paese, tutti quelli che gli vogliono male.

 

Eccole che le riva

ste quattro moscardine…

Eccole che le riva

ste quattro moscardine…

Le è fresche e verdoline

colori no le ghe n’ha…

colori no le ghe n’ha…

colori no le ghe n’ha!…

 

        Colori non ghe n’avemo,

        ne manco ghe cichemo…

        Ma un bacio ci daremo

        sul ponte di Bassan…

 

Sul ponte di Bassano

là ci darem la mano…

Noi ci darem la mano

ed un bacin d’amor.

 

        Per un bacin d’amore

        successer tanti guai!…

        No, non credevo mai

        doverti abbandonar.

 

Doverti bandonare

volerti tanto bene!…

È un giro di catene

che m’incatena il cor.

 

        Che m’incatena il core,

        che m’incatena a vita!…

        Ohi mè io son tradita

        Per un bacin d’amor.

 

Chi m’incatena il core

sarà la mia morosa!…

A maggio la và sposa

e mi vo fa el soldà.

 

        E mi farò ’l soldato

        nel 6° Reggimento…

        Non partirò contento

        se non l’avarò sposà.

SUL PONTE DI BASSANO  (II versione)

 

Eccole che le riva

’ste bele moscardine

son fresche e verdoline

colori no ghe n’ha.

 

Colori non ghe n’emo

ne manco ghe ’n serchémo

ma un canto noi faremo

al ponte di Bassan.

 

Sul ponte di Bassano

là ci darem la mano.

Noi ci darem la mano

ed un bacin d’amor.

 

Per un bacin d’amore

succésser tanti guai,

non lo credevo mai

doverti abbandonar.

 

Doverti abbandonare

volerti tanto bene.

È un giro di catene

che m’incatena il cuor.

 

Che m’incatena il cuore,

che m’incatena i fianchi:

in mona tutti quanti

quelli che me vòl mal.

SUL PONTE DI PERATI 

versione originale:  Sul ponte di Bassano, bandiera nera, è il lutto degli Alpini che va a la guerra.

E' il lutto degli Alpini che va a la guerra la meio zoventù va sotto terra.

Nell'ultimo vagone c'è l'amor mio col fazzoletto in mano mi dà l'addio.

Col fazzoletto in mano mi salutava e con la bocca i baci la mi mandava.

 

Questo canto, che probabilmente risale al periodo della prima Grande Guerra, si è diffuso nei battaglioni alpini verso il periodo 1936. Il canto venne poi ripreso, e rielaborato, dagli alpini della Julia, durante la campagna di Grecia, nella versione più famosa.

 Sul ponte di Perati.....

 

Variante:

Sui monti della Grecia

c'è la Voiussa

e l'acqua che vi scorre

s'è fatta rossa.

E' il sangue degli Alpini

che va alla fossa.

 

Sul ponte di Perati

bandiera nera:

è il lutto degli alpini

che fan la guerra.

 

E’ il lutto della Julia

che va alla guerra:

la meglio gioventù

che va sotto terra.

 

Sull’ultimo vagone

c’è l’amor mio:

col fazzoletto in mano

mi dà l’addio.

 

Col fazzoletto in mano

mi salutava

e con la bocca

i baci mi mandava.

 

Quelli che son partiti

non son tornati:

sui monti della Grecia

sono restati.

 

Sui monti della Grecia

c’è la Vojussa:

col sangue degli alpini

s’è fatta rossa.

 

Alpini della Julia

in alto i cuori:

sul ponte di Perati

c’è il Tricolore.

SUL RIFUGIO BIANCO DI NEVE

 

Sul rifugio bianco di

neve

una luce pallida

appar:

è Marisa che va lieve

lieve:

veci alpini vi viene a

trovar.

 

È Marisa, che dopo

il tramonto

col suo canto vi

cullerà,

è la pallida fata dei

monti:

col suo manto vi

coprirà.

 

Se un alpino cade in

montagna,

la fanciulla pianger

vedrà.

Se una lacrima

gl’occhi le bagna,

sulla neve un fior

diverrà.

 

Rocciatori, nel nome di

Trento

salutate il babbo per

me

e salutate la bella

bandiera

degli eroi che vanno a

morir.

 

Lenta, lenta cade la

neve

sul rifugio a

biancheggiar:

sembra una stella

caduta dal cielo

e il rifugio diventa un

fior.

SULLA MONTAGNA

 

Non senti l’invito dei monti,

il canto di mille usignol?

Con l’eco rispondon le fonti

e brillan le cime

baciate dal sol.

 

        Lassù sulla montagna

        con me ti porterò,

        sarai la mia compagna

        e sempre t’amerò.

        Tra i pini della vetta

        c’è un nido per l’amor,

        da tempo là ci aspetta

        quel mazzolin di fior.

        Vieni piccina,

        non farmi più soffrir,

        l’alba è vicina

        è l’ora di partir.

        Lassù sulla montagna

        con me ti porterò,

        sarai la mia compagna

        e sempre t’amerò!

 

Che importa se cade la neve

l’amor ci saprà riscaldar

sui monti, piccina, si deve

col sole e col gelo

felici cantar.

 

        Lassù sulla montagna

        con me ti porterò,

        sarai la mia compagna

        e sempre t’amerò.

        Tra i pini della vetta

        c’è un nido per l’amor,

        da tempo là ci aspetta

        quel mazzolin di fior.

        Vieni piccina,

        non farmi più soffrir,

        l’alba è vicina

        è l’ora di partir.

        Lassù sulla montagna

        con me ti porterò,

        sarai la mia compagna

        e sempre t’amerò!

SULLE BALZE DEL TRENTINO

 

Sulle balze, sulle balze del Trentino

hanno messo, hanno messo una bandiera,

l’hanno messa, l’hanno messa gialla e nera,

noi vogliamo, noi vogliamo il tricolor!

 

        Andiamo in gondola,

        andiamo in gondola,

        andiamo in gondola,

        a cospirar!

 

Sotto il ponte, sotto il ponte di Rialto

è passata, è passata una barchetta,

o Trieste, o Trieste benedetta

ti verremo, ti verremo a liberar!

 

        Andiamo in gondola,

        andiamo in gondola,

        andiamo in gondola,

        a cospirar!