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IL SITO SULLA FONOGRAFIA NAZIONALE ITALIANA


Alcuni tra i più celebri canti e inni dell'Italia Fascista

NOTA: I canti e degli inni degli Alpini dell'era fascista e della II Guerra Mondiale si trovano nella sezione ''canti e inni degli alpini'', divisi in ordine alfabetico insieme agli altri testi degli alpini dal 1800 al 1950.


CANTO DEI FASCISTI (Giovinezza, giovinezza)

DUCE, DUCE, DUCE!
L'HA DETTO MUSSOLINI 
HO SCRITTO AR DUCE 
IL PAESE DELLA GIOVENTU'
LA NINNA NANNA DEL BALILLA
INNO AL DUCE
RATAPLAN DELLE CAMICIE NERE
IL MIRACOLO DELLA LANA
SANZIONISMO
UN POSTICINO AR SOLE
STORNELLI NERI
I TRE CONDOTTIERI 
GIOVINEZZA (I versione)
GIOVINEZZA (II versione)
GIOVINEZZA (III versione)
GIOVINEZZA (IV versione)
ME NE FREGO!  (I canzone, del 1920)

ME NE FREGO  (II canzone, metà anni '30)
LE CAROVANE DEL TIGRAI 

ALL'ARMI  (I versione)
ALL'ARMI  (altra versione, successiva)
SE NON CI CONOSCETE 
INNO DELLA VECCHIA GUARDIA 
INNO DEI GIOVANI FASCISTI 
INNO DEGLI UNIVERSITARI FASCISTI 
DUCE A NOI 
CARO PAPA' 
CANTO DELLE DONNE FASCISTE
INNO DEI BALILLA-FISCHIA IL SASSO-BALILLA
L’INNO DEI FIGLI DELLA LUPA 
INNO DEI VIGILI DEL FUOCO 
INNO ALL' IMPERO 
LA CANZONE DELL'AFRICA (avanti gloriose schiere...)
AQUILE D' ITALIA 
INNO DEI CARRISTI
LA DISPERATA 
ROMA RIVENDICA L'IMPERO
DIVINA PATRIA 
INNO A ROMA 

INNO DELLA LEGIONE SCALIGERA 
TI SALUTO, VADO IN ABISSINIA 
ADUA

ALLA VERGINE DI LORETO
FACCETTA NERA (prima edizione, in romanesco) (versione -a)

FACCETTA NERA (in italiano)
FACCETTA BIANCA
IL RITORNO DEL VOLONTARIO 
CANTO DEI VOLONTARI 
CANTATE DEI LEGIONARI 

CANZONE DELLA CENTURIA CICLISTI

''CANTA,, DELLA CENTURIA CICLISTI AI ''BOCIA,,...
MEDITERRANEO 
CIAO BIONDINA 
ADDIO MIA PICCOLA 
E' PARTITA UNA TRADOTTA 

EVVIVA! EVVIVA!
LA SAGA DI GIARABUB 
LA CANZONE DEI SOMMERGIBILI 
ADESSO VIENE IL BELLO 
VINCERE! VINCERE! VINCERE! 
SALUTO AL DUCE 
CAMERATA RICHARD 
LILI MARLEN 
VECCHIA PELLE 
BATTAGLIONI "M" 

DECENNALE

FIAMME NERE (CANTO DEGLI ARDITI) (I versione)

FIAMME NERE (CANTO DEGLI ARDITI) (altra versione, successiva)

CANTO DEI FANCIULLI FASCISTI

CAMICIA NERA

SON BALILLA

DUX

BERSAGLIERE ROMANO

BERSAGLIERI IN AFRICA

BERSAGLIERI CICLISTI

PIUME BACIATEMI


CANTO DEI FASCISTI  (Giovinezza, giovinezza)    (anno 1922)

Inno ufficiale (prima della ''marcia su Roma'')

Versi di Marcello Manni       Musica di G. Blanc

Su, compagni in forti schiere,
marciam verso l'avvenire
Siam falangi audaci e fiere.
pronte a osare. pronte a ardire.

Trionfi alfine l'ideale
per cui tanto combattemmo:
Fratellanza nazionale
d'italiana civiltà.

Giovinezza, giovinezza
primavera di bellezza,
nel ''fascismo'' è la salvezza
della nostra libertà




Non più ignava nè avvilita
resti ancor la nostra gente,
si ridesti a nuova vita
di speldore più possente.

Su, leviamo alta la face
che c'illumini il cammino,
nel lavoro e nella pace
sia la verà libertà.
Giovinezza, ecc. ecc.




Maledetto fu il cilicio
che candusse all'eroismo,
fu schernito il sacrificio
dal novello socialismo.

Sorgi o popolo sovrano
su dall'Alpi di Salvore
fino al Siculo vulcano,
che or si vince oppur si. muor.
Giovinezza, ecc, ecc.




Ne le veglie di trincea
cupo vento di mitraglia
ci ravvolse alla bandiera
che agitammo alla battaglia.

Vittoriosa al nuovo sole
stretti a lei dobbiam lottare,
è l'Italia che lo vuole,
per l'Italia vincere n.
Giovinezza, ecc. ecc.




Sorgi alfin lavoratore
giunto è il dì della riscossa
ti frondarono il sudore
con l'appello alla sommossa.

Giù le bende ai traditori
che ti strinsero a catena;
Alla giogna gl'impostori
delle as atiche virtù.
Giovinezza, ecc. ecc.

 

* * * * * * * *

 

DUCE, DUCE, DUCE! (del 1937)

Duce tu sei la luce
fiamma tu sei del cuore
la patria se vorrai
il sangue ti darà!
Se il mondo vuol la pace
dovrà sentir la voce
d'un popolo che dice:
Duce, Duce, Duce!
Il popolo italiano d'oggi è fiero
perché rivive un'era di grandezza
guidato dal suo grande condottiero
ché ritemprò nel cuor la giovinezza
quel cuor di giovinezza che soldato
e per la patria vuole liberà!
Lavoro e Patria questa e la bandiera
che il popolo d'Italia benedice
perché nel sangue a quella fiamma nera
che brilla tanto in guerra come in pace
La fiamma che ha infiammato tanti cuori
che caddero per la sua libertà!
Rivola ardita l'aquila imperiale
nel cielo dell'Impero conquistato
col bacio dell'amore che immortale
e sempre la grandezza al mondo ha dato
e questo bacio che affratella il cuore
è la bellezza della libertà!

 

* * * * * * * *

 

L'HA DETTO MUSSOLINI 

(vinse il primo premio al Concorso nazionale O.N.D. di Napoli nel 1936)

<<Non ti comprar più sciabole e fucili>>
m'ha detto il mio balilla moschettiere
<<ma il mio danaro mandalo alla Patria
ed i fucili alle camicie nere>>
Non sai la canzonetta, non la sai,
te la voglio raccontare, è bella assai:
Non appena spunta il sole
e canta il gallo, e canta il gallo
zaino in spalla zaino in spalla
ogni colonna innanzi va!
L'italiano è risoluto allegro e forte
se ne ride della vita e della morte!
Perché tutto il segreto è questo qua:
l'ha detto Mussolini e si farà!
Bella divisa nostra coloniale
mi fai venire l'acquolina in bocca!
Già la sposina mia mi guarda male
mi fa': <<imboscato a te quando ti tocca?>>
Gelosa no, non son di quelle more,
tenente in coloniale del mio cuore>>
E se mi tocca parto e là ti aspetto
e dopo la vittoria anch'io mi piglio
la casa, l'orticello e un bel moretto
non come schiavo, come un altro figlio!
E sulla nostra casa, come un fiore,
sboccerà dell'Italia il tricolore.

 

* * * * * * * *

 

HO SCRITTO AR DUCE 

(di metà degli anni '20)

Gli ho detto: core mio fatte capace
che mamma te vò bene
e te farebbe un trono de bambace
non gliele da' ste pene,
Madonna che destino,
avecce solamente un regazzino!
Vedello ciuco e debole accosì
nun piange fijo che me fai murì!
Guarda, i Balilla passeno
co' la camicia nera
saluta la bandiera
e nun piagne più così...
Guarda i Balilla passeno
co'la camicia nera
saluta la bandiera
e nun piagne più così!
M'ha detto: mamma, mamma bella d'oro,
vorrebbe anda' pur'io
co' la camicia nera immezzo a loro
nun me ce mandi, addio,
infonno che glie importa
se m'arritrovo una cianchetta storta
Senteme mamma, nun me di' de no
che quann'è li pur'io camminerò
Ho scritto ar Duce: Voi che lo potete
e siete pure un padre
voglio sperà che <<no>> nun glie direte
ar core de stà madre,
sta madre che in preghiera
chiede per fijo una camicia nera!
E si sto ciuconon gliela farà
in braccio mamma sua lo porterà!
Guarda, i balilla passeno
saluta la bandiera
che la camicia nera
la porti pure tu!
Guarda i balilla passeno
co' la camicia nera
saluta la bandiera
e nun piagnere più!

 

* * * * * * * *

 

IL PAESE DELLA GIOVENTU'

(di metà degli anni '20)

Un vecchio cinese
un bel dì pretese
riacquistare il giovanile ardor
con la sua vecchietta
prese ogni ricetta
fece il Voronoff
ed altro ancor
Quando sfiduciato una mattina
volle un' indovina consultar
che gli disse: <<A te, se dai retta a me
ho la cura che può far per te!>>
Ci stà un paese
forte splendido e cortese
dove canta <<Giovinezza>>
la sua canzon!
La senza inganni
anche i vecchi hanno ventanni
e perfino ad ottantanni
si fa l'amor!
Senza dottore
per ringiovanire il cuore
solo una camicia nera
ti basterà!
Eia alalà
chi vuol giovane tornar
eia alalà
corra subito laggiù
Quello è il paese
dell'eterna gioventù!
Il vecchion cinese
giunto a quel paese
subito s'intese rinnovar
fu gagliardo e vivo
diventò sportivo
volle in aereoplano trasvolar 
col cantare sempre Giovinezza
presto un don Giovanni diventò
Imparò il foxtrot
ed il flack-bottom
quindi in coro
nel danzar cantò:
Che bel paese
forte splendido e cortese
canta sempre Giovinezza
la sua canzon!
Qui senza inganni
anche i vecchi hanno ventanni
e perfino ad ottantanni
si fa l'amor!
Ma che dottore!
Per ringiovanire un cuore
solo una camicia nera
ti può bastar
Eia alalà
la mia vecchia impazzirà
eia alalà
al ritorno mio lassù!
Questo è il paese
dell'eterna gioventù!

 

* * * * * * * *

 

LA NINNA NANNA DEL BALILLA

(di metà degli anni '20)

Ninna nanna bimbo bello
è finito il gran flagello
or nessuno si domanda
se la razza è forte o blanda.
Or nessuno ha più paura
la sua terra divien pura
c'è una stella lusinghiera
con la sua camicia nera!
Ninna nanna la tua razza
bimbo bello non è pazza
mentre altrove la famiglia
si finisce in gozzoviglia.
La famiglia nostra bella
ritrovò la grande stella
una stella tutta luce
a cui dette vita il Duce!
Mentre altrove il cuore langue
si rinforza il nostro sangue
si ritrova il grande amore
e lo slancio d'ogni cuore!
E dei morti alla frontiera
pregan tutti ad ogni sera
e del cielo alte le mani
sono degni gli italiani!
Bimbo bello nella culla
sei italiano, ti par nulla?
La tua culla non si perde
ella è bianca rossa e verde!
Il sorriso alla mammina
che ora fai sera e mattina
cambierai in una scintilla
al destino di Balilla!
Ora infante ancor non parli
nel tuo cuore non c'è tarli
c'è la forza c'è un sorriso
che farà gagliardo il viso!
C'è la forza d'Italiano
mente salda e cuore sano
c'è una stella tutta luce
a cui dette vita il Duce!

 

* * * * * * * *

 

INNO AL DUCE

(di fine anni '20)

Chi di Roma è figlio e Duce
della stirpe ha il segno in sè
marcia dritto nella luce
che di luce segno egli è!
Luce del mondo la Romanità
eia eia alalà
Luce del mondo la Romanità
eia eia alalà
Dentro i solchi della guerra
la sua messe seminò
e la pace sulla terra
da quei solchi germogliò!
Sole del mondo la Romanità
eia eia alalà
Fiore del mondo la Romanità
eia eia alalà
Mussolini un' alma splende
sotto un arco di fugor
Roma il Duce di protende
riconosce i tuoi valor!
Vien dai millenni da Romanità
eia eia alalà
Vien dai millenni la Romanità
eia eia alalà

 

* * * * * * * *

 

RATAPLAN DELLE CAMICIE NERE

L'adunata squilla dall'Alpi al mare
e stupisce il mondo!
Il Duce dice ch noi tireremo dritto
senza paura, finché il nemico non sia
sconfitto
e al sole splenda il tricolor!
Al comando tutta l'armata è pronta
col cuore in festa
i battaglioni van marciando di cento a cento
per le vie d'Italia fanfare in festa
vessilli al vento,
sul petto i segni del valor!
Eia eia alalà
eia eia alalà!
Va dritta e fiera
camicia nera!
Eia eia alalà
eia eia alalà!
Laggiù sul mar
un segno appar
il Duce vincerà!
O tribù di schiavi è suonata l'ora
della riscossa
spezzate tutti le catene del servaggio
esultando issate su tutti gli alberi del villaggio
il tricolor di libertà!
Porterà l'Italia la sua giustizia e il suo diritto
e l'armi serviranno al vindice riscatto
Consacrando in faccia l'Europa il testo
d'un nuovo patto
l'amor di fede e civiltà
Ma la gente avara si prese invidia
dell'ardimento
non ci permise d'esser giusti e di esser forti
dimenticando ad un tratto i seicentomila morti
penso l'Italia d'umiliar
La nazione allora si strinse intorno al suo
Duce invitto
gli disse e inorgogliva ai sacrifici orrendi
<<Noi ti diamo il sangue ti diamo l'oro
tu bevi e prendi
noi non vogliamo indietreggiar!>>
Eia eia alalà
eia eia alalà
la nostra forza
nessun la smorza
le sanzioni alalà
le sanzioni alalà
non posson far
che raddoppiar
la nostra volontà!
Il Duce vincerà!

 

* * * * * * * *

 

IL MIRACOLO DELLA LANA

Fa tanto freddo, papà sta in guerra
il fuoco è spento, dormi bambino!
Per ricoprire quel suo lettino
c'è solo neve sopra alla terra
Non ho una coltre,non ho un corpetto
papà sta in guerra dormi pupetto!
Dammi tu, sole d'Italia
da scaldar la mia creatura!
Porta tu tra queste mura
il tuo mite raggio d'or!
Fanne un filo prodigioso
per vestir il bimbo mio!
Scendi tu sole di Dio
sulla culla del mio amor!
Papà combatte pieno di gloria
e il tuo giubbetto più non ti scalda
perchè i nemici, gente ribalda,
voglion punirlo della vittoria!
Ed or ciascuna madre italiana
prega il signore: dacci la lana!
Ma sono finiti tutti gli stenti
papà ritorna con la medaglia
miracolosa nasce una maglia
dal bianco latte dei nostri armenti
Quale buon genio compì il destino?
Fu il nostro genio dormi bambino!
Lanital, lana d'Italia
forse in questo tuo tepore
è ravvolto il nostro cuore
che il tuo filo dipanò.
Quel tuo filo prodigioso
che è sottile ma non cede
come il filo della fede
che un impero ti donò!

 

* * * * * * * *

 

SANZIONISMO

Non c'importa di sanzioni
e di tutte le nazioni
che proteggon gli abissini
senza fede e senza onor!
Per l'Italia è Mussolini
noi siamo fieri di soffrir!
Tutti in uno noi fascisti
ce ne freghiam dei sanzionisti!
Campana a stormo in quel lontano maggio
d'Italia per le strade tutte in fiore
muovono i baldi fanti al lor passaggio
freme al sol il tricolor!
E lascian cose, campi e casolare
vanno cantando l'inno della gloria
perchè la patria chiama a conquistare
bisogna la vittoria!

 

* * * * * * * *

 

UN POSTICINO AR SOLE

(Nel 1936 vinse il primo premio alla sagra canora di San Giovanni  di Roma)

Oggi appena che se fa l'amore
la maschietta parla de sposà
basta solo una capanna e un core
e du tetti nell oscurità!
E sto core ha scelto in capo al mondo
n'angoletto fatto pe' sognà
Un posticino ar sole
tra le viole
vicino a te!
Dove nell'arbe chiare
lontano ar mare
se po vede'!
Ce scriverò sull'entrata
nun ce passà pecché
è proprietà riservata
e serve solo pe'me!
Un posticono ar sole
fra le viole vicino a te!
Sto paese è 'na magia d'incanti
tutto il mondo ce lo sta a invidià
però semo diventati tanti
nun c'è posto più da respirà
E pe' questo che me so' cercato
quer che tanta gente c'hanno già!
Quanto avevi pure tu sognato
cara Italia de poté trovà
quer che sempre ognuno t'ha negato
pe' potette schiava soffocà
ma chi t'ama e chi te tien ner core
sta vergogna ha fatto scancellà!
Un posticino ar sole
mo Italia bella
c'hai pure tu!
Cor sangue suo versato
l'ha conquistato 
la gioventù!
Porta ogni zolla alla gloria
che nun se scorderà
Roma ha riscritto la storia
che sempre eterna sarà!
Sto posticino ar sole
nessuno ar monno
te po toccà!

 

* * * * * * * *

 

STORNELLI NERI

Se prenderemo il Negus
gliene farem di belle
Se prenderemo il Negus
gliene farem di belle
Se lui farà il testardo
noi gli farem la pelle!
Se lui farà il testardo
noi gli farem la pelle!
Dai dai dai
l'abbissino vincerai!
Ha molte terre incolte
che non sa far fruttare
ha molte terre incolte
che non sa far fruttare!
E noi sarem capaci
di andarle a conquistare
Dai dai dai
l'Abissino vincerai!
Se l'Abissino e nero
gli cambierem colore
se l'Abissino è nero
gli cambierem colore!
A colpi di legnate
poi gli verrà il pallore
Dai dai dai
l'Abissino vincerai!
La flemma a quel paese
si è alquanto un pò cambiata
la flemma a quel paese 
si è alquanto un pò cambiata!
Se prende le difese
la mandiamo in ritirata
Dai dai dai
l'Abissino vincerai!
Il general De Bono 
ci ha detto in confidenza
Il general De Bono 
ci ha detto in confidenza!
Se prenderemo il Negus
ci manderà in licenza
Dai dai dai
l'Abissino vincerai!
Ho atto una promessa 
stasera al mio tenente
ho atto una promessa 
stasera al mio tenente!
Di fare il valoroso
se vado giù in Oriente
Dai dai dai
l'Abissino vincerai!
Se il Negus non risponde
e al'armi fa l'appello
se il Negus non risponde
e al'armi fa l'appello!
Noi gli farem gustare
l'antico manganello
Dai dai dai
l'Abissino vincerai!
C'è una nazione grande
che ha molti quattrini!
c'è una nazione grande
che ha molti quattrini!
Noi in compenso a Roma
abbiamo Mussolini
Dai dai dai 
l'Abissino vincerai!

 

* * * * * * * *

 

I TRE CONDOTTIERI (Mussolini, Hitler, Franco)

Mussolini, Hitler, Franco
tre condottieri una volontà
marceranno sempre a fianco
per la salvezza dell'umanità
Mussolini, Hitler, Franco
tre condottieri un solo cuore
che dovranno riportare
in Europa la civiltà!
Nel cuore dell'Europa
tre grandi condottieri
sorretti dalla fede
che sempre li guidò
accesero nel sangue
dei giovani guerrieri
la fiamma di vittoria
che il fato consacrò.
Temprata dalla fede
l'ardente giovinezza
di queste tre nazioni
la gloria conquistò!
Rivive l'Europa
con tutta la fierezza
le pagine di storia
dei grandi che portò!

 

* * * * * * * *

 

GIOVINEZZA (1a versione-Il commiato-quella dei goliardi)

 
Son finiti i tempi lieti
degli studi e degli amori
o compagni in alto i cuori
il passato salutiam!
E' la vita una battaglia
è il cammino irto d'inganni
ma siam forti abbiam vent'anni
l'avvenire non temiam.
 
Giovinezza, giovinezza
Primavera di bellezza,
Della vita nell'asprezza
Il tuo canto squilla e va!
 
Stretti, stretti sotto braccio
D'una piccola sdegnosa.
Treccie bionde, labbra rosa,
Occhi azzurri come il mar.
 
Ricodate in primavera
Nei crepuscoli vermigli
Tra le verdi ombre dei tigli
I fantastici vagar?
 
Giovinezza, giovinezza
Primavera di bellezza,
Della vita nell'asprezza
Il tuo canto squilla e va!
 
Salve o nostra adolescenza!
te commossi salutiamo...
per la vita ce ne andiamo
il tuo riso cesserà.
 
Ma se il grido ci giungesse
dei compagni non redenti
alla morte sorridenti
il nemico ci vedrà.
 
Giovinezza, giovinezza
Primavera di bellezza,
Della vita nell'asprezza
Il tuo canto squilla e va!
 
 * * * * * * * *
 
 
GIOVINEZZA (2a versione-quella degli Arditi)
 
Allorchè dalla trincea
suona l'ora di battaglia
sempre primo è fiamma nera
che terribile si scaglia
 
Con la bomba nella mano,
con la fede dentro il cuore
egli avanza,và lontano
pien di gloria e di valor.
 
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
 
Col pugnale e con la bomba
nella vita del terrore
quando l'obice rimbomba
non mi trema in petto il cuore,
 
la mia splendida bandiera
l'ho difesa con onore
è una fiamma tutta nera
che divampa in ogni cuor.
 
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
 
Del pugnale al fiero lampo
della bomba al granfragore
tutti avanti, tutti al campo:
qui si vince oppur si muore!
 
Sono giovane e son forte,
non mi trema in petto il cuore:
sorridendo vo alla morte
pria di andare al disonor!
 
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
 
 
 * * * * * * * *
 
 
GIOVINEZZA (3a versione-Inno dei sindacalisti nazionali corridoniani)
 
 
Sventoliamo al sol di maggio 
il vessillo redentore:
su compagni, su coraggio
della lotta suonan l'ore.
 
 
Siamo giovani, siam forti,
non ci trema in petto il cuore;
siam le vigili coorti
di un'Idea che mai non muor.
 
Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'ebbrezza, il tuo canto squillerà.
Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'ebbrezza, il tuo canto squillerà.
 
 
Corridoni, la tua schiera
è già pronta alla battaglia.
Con lo sguardo alla bandiera
sui nemici essa si scaglia.
 
 
Sul borghese che si stende
nel suo fango e nel suo oro
che ci sfrutta e ognor offende
i diritti del lavoro.
 
 
Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'ebbrezza, il tuo canto squillerà.
Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'ebbrezza, il tuo canto squillerà.
 
 
Corridoni, o duce amato
sorgi, ormai, dalla tua fossa.
Vieni, esulta, è ormai spuntato
il gran dì della riscossa.
 
 
Scritto sta sopra i destini
l'avvenire sindacale,
l'alto sogno di Mazzini
la Repubblica social.
 
 
Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'ebbrezza, il tuo canto squillerà.
Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'ebbrezza, il tuo canto squillerà.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
GIOVINEZZA (4a versione-quella fascista)
 
Salve o popolo di eroi,
salve o Patria immortale,
son rinati i figli tuoi
con la fe' nell'ideale.
 
Il valor dei tuoi guerrieri
la virtù dei pionieri
la vision dell'Alighieri
oggi brilla in tutti i cuor.
 
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
 
Dell'Italia nei confini
son rifatti gli Italiani,
li ha rifatti Mussolini
per la guerra di domani
 
Per la gloria del lavoro
per la pace e per l'alloro
per la gogna di coloro
che la Patria rinnegar.
 
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
 
I poeti e gli artigiani
i signori e i contadini,
con orgoglio di Italiani
giuran fede a Mussolini.
 
Non v'è povero quartiere
che non mandi le sue schiere,
che non spieghi le bandiere
del fascismo redentor.
 
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
della vita nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
 
 
 
* * * * * * * * 

 

ME NE FREGO!
(Del 1920 ?)

O Fascisti, avanti, avanti
che già viene la riscossa
or non più la turba rossa
questo suol calpesterà!

Per d'Annunzio e Mussolini
eià eià, eià
alalà!...
Me ne frego
me ne frego
me ne frego è il nostro motto
me ne frego di morire
per la santa libertà!...

Del fascismo i difensori
nel periglio e nell'agguato
avran forza al grido alato
al fatidico alalà!...

Per d'Annunzio e Mussolini
eià eià, eià
alalà!...
Me ne frego
me ne frego
me ne frego è il nostro motto
me ne frego di morire
per la santa libertà!...

Nella gioia e nel lavoro
la civile fratellanza
diamo al vinto l'esultanza
che il nemico soffocò!

Per d'Annunzio e Mussolini
eià eià, eià
alalà!...
Me ne frego
me ne frego
me ne frego è il nostro motto
me ne frego di morire
per la santa libertà!...

Questa nostra bella Italia
non sia usbergo al traditore
e soltanto il tricolore
arra sia di civiltà!

Per d'Annunzio e Mussolini
eià eià, eià
alalà!...
Me ne frego
me ne frego
me ne frego è il nostro motto
me ne frego di morire
per la santa libertà!...

Ma se un giorno si tentasse
disgregar salde coorti
col sorriso dei più forti
pur la morte affronterem!...

Per d'Annunzio e Mussolini
eià eià, eià  alalà!...
Me ne frego
me ne frego
me ne frego è il nostro motto
me ne frego di morire
per la santa libertà!...

 

* * * * * * * * 

 

ME NE FREGO    (II canzone, di metà anni '30)

Il motto pregiudicato e schietto Fu detto da un baldo giovanotto
Fu trovato molto bello se ne fece un ritornello

E il ritornello allegro fa così
Me ne frego non so se ben mi spiego Me ne frego con quel che piace a me
Me ne frego non so se ben mi spiego Me ne frego con quel che piace a me
Albione la dea della sterlina
S'ostina vuol sempre lei ragione
Ma Benito Mussolini
Se l'italici destini sono in gioco può ripetere così

Me ne frego non so se ben mi spiego Me ne frego con quel che piace a me
Me ne frego non so se ben mi spiego Me ne frego con quel che piace a me

Franchezza di marca italiana
Non vana baldanza che disprezza
Chi sa bene quel che vuole
Non può dir tante parole
Per sbrigarsi gli conviene dir così

Me ne frego non so se ben mi spiego Me ne frego con quel che piace a me
Me ne frego non so se ben mi spiego Me ne frego con quel che piace a me

L'Italia che chiede un posto al sole
Non vuole non può star sempre a balia
Il linguaggio suo rivela che le è uscita di tutela 
E a chi si scandalizza può dir così

Me ne frego non so se ben mi spiego Me ne frego con quel che piace a me
Me ne frego non so se ben mi spiego Me ne frego con quel che piace a me

È strano c'è un ascaro che è allegro
È negro ma parla in italiano
Per provar che parla bene
Proprio come si conviene

Ripete a perdifiato tutto il dì

Me ne frego non so se ben mi spiego Me ne frego con quel che piace a me
Me ne frego non so se ben mi spiego Me ne frego con quel che piace a me

 

* * * * * * * * 

 

LE CAROVANE DEL TIGRAI 

(del 1935,  autori E.Di Lazzaro-G.Mendes. Ed. Melodi)

Vanno...
le carovane del Tigrai,
verso una stella che oramai
brillerà e più splenderà d'amor.
Mentre,
nell'ombra triste della sera,
s'innalza un umile preghiera
che dà un brivido in ogni cuor:
"Signore, Tu,
che vedi tutto di lassù,
fa che doman
finisca questa schiavitù!"

Vanno...
le carovane del Tigrai,
verso una stella che oramai
brillerà e più splenderà d'amor!...

 

 * * * * * * * * 
 
 
 
ALL'ARMI   -inno ufficiale dei fascisti   anno 1920

(musica di N.N. -testo di T.Landi)

All'armi! All'armi! All'armi siam Fascisti...
Noi del fascio siamo i componenti
la causa sosterrem fino alla morte
e lotteremo sempre forte
finché ci resta un po' di sangue in core.

Sempre inneggiando la Patria nostra
noi tutti uniti difenderemo
contro avversari e traditori
che ad uno ad uno stermineremo.

Lo scopo nostro tutti noi lo sappiamo
combattere con certezza di vittoria
e questo non sia mai sol per la gloria
ma per giusta ragion di libertà.

I bolscevichi che combattiamo
noi saprem bene far dileguare
e al grido nostro quella canaglia
dovrà tremar, dovrà tremar...

All'armi! All'armi! All'armi siam Fascisti...
Vittoria in ogni parte porteremo
perchè il coraggio a noi non mancherà
e grideremo sempre forte forte
e sosterremo la nostra causa santa.

In guardia, amici! Che in ogni evento
Noi sempre pronti tutti saremo
finché la Gloria di noi Fascisti
in tutta Italia trionferà.
All'armi! All'armi! All'armi siam Fascisti!

 

 * * * * * * * * 
 
 
 
ALL'ARMI  (inno squadrista)   (altra versione, successiva)
 
 All'armi! All'armi! All'armi siam fascisti! 
Noi del Fascismo siamo i componenti 
la causa sosterrem fino alla morte 
e lotteremo sempre forte forte 
finchè terremo il nostro sangue in cuor. 
Sempre inneggiando la Patria nostra 
che tutti uniti difenderemo 
contro avversari e traditori, 
che ad uno ad uno sterminerem.

In guardia amici! ché in ogni evento 
noi sempre pronti tutti saremo, 
finchè la gloria di noi fascisti 
in tutta Italia trionferà. 

All'armi! All'armi! All'armi siam fascisti! 
Lo scopo nostro tutti lo sappiamo: 
combatter con certezza di vittoria 
e questo non sia mai sol per la gloria 
ma per giusta ragion di libertà. 
I bolscevichi che combattiamo 
noi saprem bene far dileguare 
e al grido nostro quella canaglia 
dovrà tremare, dovrà tremar. 

In guardia amici! ché in ogni evento 
noi sempre pronti tutti saremo, 
finchè la gloria di noi fascisti 
in tutta Italia trionferà. 

All'armi! All'armi! All'armi siam fascisti! 
Vittoria in ogni parte porteremo 
perchè il coraggio a noi non mancherà 
e grideremo sempre forte forte 
e sosterrem la nostra causa santa. 
In guardia amici! ché in ogni evento 
noi sempre pronti tutti saremo, 
finchè la gloria di noi fascisti 
in tutta Italia trionferà. 

In guardia amici! ché in ogni evento 
noi sempre pronti tutti saremo, 
finchè la gloria di noi fascisti 
in tutta Italia trionferà. 
 

 

 * * * * * * * * 
 

 

SE NON CI CONOSCETE
 
Se non ci conoscete guardateci dall'alto
Noi siam le fiamme nere del battaglion d'assalto.
 Bombe a man e colpi di pugnal.
 
Se non ci conoscete guardateci sul viso
veniamo dall'inferno, andiamo in paradiso.
 Bombe a man e colpi di pugnal.
 
E se l'artiglierìa fa il suo bpmbardamento,
gli Arditi vanno all'assalto veloci come il vento.
 Bombe a man e colpi di pugnal.
 
Ci han messo sul trofeo un cipressetto nero
e ci hanno riservato un posto al cimitero.
 Bombardier tira la bomba ben.
 

 

 * * * * * * * * 
 

INNO DELLA VECCHIA GUARDIA   (FORMAZIONI NERE)

Versi di P.Giordano               Testo di C.Ferri

Del fascismo noi siamo
gli squadristi e lo gridiamo,
non temiam neppur la morte
per l'Italia bella e forte.
Lo giuriamo con fermezza
e cantando GIOVINEZZA
di morire per il DUCE
che all'IMPERO dette luce.

Vecchia guardia sempre a NOI
Nostro grido di battaglia
Se il Duce grida a NOI
sfideremo la mitraglia.
Tutti uniti noi saremo
e <<diritto tireremo>>
scriveremo nella storia
nuove pagine di gloria.

Me ne frego lo gridiamo,
col pugnale nella mano
puniremo il traditore
del Fascismo redentore;
Pronti siam per il cimento
con le fiamme alzate al vento
è lo spirito dei morti
che ci guida e ci tien forti.

Vecchia guardia ecc....

 

 * * * * * * * * 

 
 
INNO DEI GIOVANI FASCISTI
 
Fuoco di Vesta che fuor dal tempio irrompe,
con ali e fiamme la giovinezza va.
Fiaccole ardenti sull'are e sulle tombe
noi siamo le speranze della nuova età.
 
Duce, Duce, chi non saprà morir?
Il giuramento chi mai rinnegherà?
Snuda la spada! Quando tu lo vuoi
gagliardetti al vento tutti verremo a te.
Armi e bandiere degli antichi eroi,
per l'Italia, o duce, fa balenare al sol.
 
E va,
la vita va,
con sè ci porta e ci promette l'avvenir.
 
Una maschia gioventù
con romana volontà
combatterà
 
Verrà, quel di verrà,
che la gran Madre degli eroi ci chiamerà
per il Duce, o Patria, per il Re,
a noi!
ti darem
gloria e impero in oltremar!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
INNO DEGLI UNIVERSITARI FASCISTI
 
Siamo fiaccole di vita,
siamo l'eterna gioventù
che conquista l'avvenir
di ferro armata e di pensier.
 
Per le vie del nuovo Impero
che si dilungano nel mar,
marceremo come il duce vuole,
dove Roma già passò.
 
Bocche di porpora ridenti,
date amor, date amor,
e noi domani a tutti i venti
daremo il tricolor.
 
O nude stanze,
fredde, squallide nell'ora di studiar,
dove speranze,
sogni, canti pur ci vengono a trovar,
 
a noi veglianti
sui volumi d'ogni scienza e d'ogni età,
il dover gridi: "Per l'Italia e per il duce
eja, eja, eja, alalà!"
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
DUCE A NOI
 
Nell'Italia dei fascisti
anche i bimbi son guerrieri,
siam balilla o moschettieri del regime il baldo fior.
 
con il Duce qui sul petto,
fa da scudo al nostro affetto
e l'orgoglio accende in cuor.
 
L'occhio del duce brilla
vivo nei suoi balilla,
siam la scintilla
d'amor che un dì
dal suo cuore usci:
Sì, Sì.
 
Duce dei tuoi balilla
alta la fede squilla
più dolce nome del tuo non c'è
Duce, Duce per te!
 
Noi abbiamo un bel moschetto
e l'Italia ce lo diede, moschettieri
l'arma al piede
il destino a preparar.
Se Balilla aveva un sasso
noi scagliamo il nostro cuore
dei piccini maschio ardore,
vuol la Grande Italia fa...
 
L'occhio del duce brilla...
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
CARO PAPA'
 
Caro Papà
ti scrivo e la mia mano
quasi mi trema, lo comprendi tu.
Son tanti giorni che mi sei lontano
e dove vivi non lo dici più.
Le lacrime che bagnano il mio viso
son lacrime di orgoglio, credi a me.
Ti vedo che dischiudi un bel sorriso,
e il tuo Balilla stringi in braccio a te.
 
Anch'io combatto, anch'io fo la mia guerra,
con fede con onore e disciplina
desidero che frutti la mia terra
e curo l'orticello ogni mattina,
l'orticello di guerra
e prego Dio
che vegli su di te
babbuccio mio.
 
Caro Papà,
da ogni tua parola
sprigiona un "Credo" che non si scorda più
fiamma d'amore di patria che consola
come ad amarla mi insegnasti tu.
Così da te le cose ch'ho imparato
le tengo chiuse, strette nel mio cuor
ed oggi come te sono un soldato
credo il tuo Credo con lo stesso amor.
 
Anch'io combatto, anch'io fo la mia guerra...
 
 
 
* * * * * * * * 
 

CANTO DELLE DONNE FASCISTE

(Testo di Giuseppina Zei - Sull'aria di Giovinezza - 1923)

Non alberga in noi paura
Né c'intralciano le gonne
Nella lotta santa e pura.
Sempre unite e sempre forti,
O fratelli pugneremo,
Vendicando i nostri morti,
Con italica virtù. 
Giovinezza, giovinezza,
Primavera di bellezza
Nel Fascismo è la salvezza
Della nostra libertà. 
Della donna è la missione
D'insegnar fede ed amor
E trasmetter la passione
Della patria in ogni cuore!
E' la nostra fede immensa,
Che può dar la redenzione
E formare ogni coscienza
Per l'Italico avvenir!
Giovinezza, giovinezza,
Primavera di bellezza
Nel Fascismo è la salvezza 
Della nostra libertà.

 

* * * * * * * * 

INNO DEI BALILLA-BALILLA  (fischia il sasso...)
(del 1925)
 
Fischia il sasso, il nome squilla.
del ragazzo di Portoria,
e l'intrepido Balilla
sta gigante nella Storia.
Era bronzo quel mortaio
che nel fango sprofondò
ma il ragazzo fu d'acciaio
e la Madre liberò.
 
Fiero l'occhio, svelto il passo
chiaro il grido del valore.
Ai nemici in fronte il sasso,
agli amici tutto il cuor.
Fiero l'occhio, svelto il passo
chiaro il viso del valore.
Ai nemici in fronte il sasso,
agli amici tutto il cuor.
 
Su lupatti, aquilotti!
come sardi tamburini
come siculi picciotti
bruni eroi garibaldini!
Vibra l'anima nel petto
sitibonda di virtù;
freme, Italia, il gagliardetto
e nei fremiti sei Tu!
 
Fiero l'occhio, svelto il passo...
 
Siamo nembi di semente,
siamo fiamme di coraggio:
per noi canta la sorgente,
per noi brilla e ride maggio.
Ma se un giorno
la battaglia
agli eroi si estenderà
noi saremo la mitraglia
della Santa Libertà.
 
Fiero l'occhio, svelto il passo...
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
L’INNO DEI FIGLI DELLA LUPA
 
Siamo i figli della Lupa
dell’Italia il primo fiore
e donato abbiamo il cuore
al suo grande Condottier.
 
Noi di Roma siam Balilla
e del Duca il primo affetto.
Il Suo nome abbiamo in petto
e l’Italia nei pensier.
 
Suonate campane, suonate festose
a schiere di bimbi che passan gioiose 
marciamo inquadrati da veri soldati.
L’Italia e il suo Duca vogliamo seguir.
 
Suonate campane, suonate festose
a schiere di bimbi che passan gioiose 
marciamo inquadrati da veri soldati.
L’Italia e il suo Duca vogliamo servir.
 
La divisa che portiamo
sempre avrà la nostra Fede.
Mussolini ce la diede
le faremo sempre onor.
 
Suonate campane, suonate festose
a schiere di bimbi che passan gioiose 
cantiamo inquadrati da veri soldati.
L’Italia e il suo Duca vogliamo servir.
 
Suonate campane, suonate festose
a schiere di bimbi che passan gioiose 
marciamo inquadrati da veri soldati.
L’Italia e il suo Duca vogliamo servir.
 
Suonate campane, suonate festose
a schiere di bimbi che passan gioiose 
marciamo inquadrati da veri soldati.
L’Italia e il suo Duca vogliamo servir.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
INNO DEI VIGILI DEL FUOCO (del 1939)
(Versi di Luigi Bonelli  Musica di Riccardo Zandonai)
 
Marcia, italiano,
sul tuo cammino!
Va! Dell'impero foggia il destino!
Segui del Duce
la volontà:
sulla tua casa c'è
chi veglierà!
 
Fischia sirena!
Squilla campanella!
Fischia sirena!
- Chi va là? - Chi va là?- Chi va là?-
- Chi va là?- Chi va là?- Chi va là?-
 
Noi siamo sempre
di sentinella!
Quando un'ostile 
Forza si sfrena 
Fischia sirena!
Squilla campanella!
Del fuoco i vigili,
con strenua lena,
Patria, difendono
Le tue città!
 
Fischia sirena!
Squilla campanella!
Fischia sirena!
- Chi va là? - Chi va là?- Chi va là?-
- Chi va là?- Chi va là?- Chi va là?-
 
Della sventura 
vana è l'offesa,
quando sicura
sia la difesa!
Se il fato, Italia,
ti sfiderà,
noi pronti ovunque
sempre troverà!
 
Fischia sirena!
Squilla campanella!
Fischia sirena!
 
Noi, ch'anche in pace
Siam sempre in guerra,
se alcuno assalga  la nostra terra,
all'opra, il Duce,
primi vedrà!
Del ciel l'attacco
si fronteggierà!
 
Fischia sirena!
Squilla campanella!
Fischia sirena!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
INNO ALL' IMPERO
 
Salve o Re Imperator!
Nuova legge il Duce diè
al Mondo e a Roma
il nuovo Imper.
 
Fecondato dal lavor,
Legionario orgoglio avrai
del tuo Imper.
Popolo fedel col Sangue lo creò.
 
Credere, Obbedir,
Combattere saprà.
Vittoriose  spiegherà
fulgide le Insegne della Patria al Sol.
 
 
 
* * * * * * * * 

LA CANZONE DELL'AFRICA

(del 1935)

Lascio, mamma, la dolce casetta
la mia piccola bimba d'amor
ed afferro il destino che aspetta
per segnare di gloria il mio cuor
v'è nel petto e nel sangue di tutti
un sol grido: "l'Impero!" e si avrà!

Avanti, gloriose schiere
pianteremo le bandiere tricolori
avrà l'Africa un sol nome: Roma!
che è il gran nome dell'eterna civiltà

Tu mi baci, o fanciulla gentile
e mi dici: "con te partirò!
dammi solo il tuo amore e un fucile
il coraggio e la fede l'avrò
sono donna d'Italia che non lascio
chi all'Italia un Impero darà!"

Avanti, gloriose schiere
pianteremo le bandiere tricolori
avrà l'Africa un sol nome: Roma!
che è il gran nome dell'eterna civiltà

E il ricordo dei vecchi soldati
sul nuovo cammin,
fanti, militi, avieri abbracciati
stretti tutti in un solo destin
Giovinezza si canta e quel canto
forza, amore, conquiste ci dà

 

* * * * * * * * 

 

AQUILE D' ITALIA  (?)

Italia
eterna fiaccola
di civiltà
Italia, con l'ala tricolor
tu segni il tuo valor
su tutti i mar.
Dolce terra d'eroi,
l'ardimento è il tuo nocchier
Ed il grande prodigio
si rinnova ogni giorno per te
Avanti, baldi e fieri eroi
l'Italia è con voi Eja! Alala!
Italia, miraggio di sol
verso la gloria t'innalzi e vol
Ali son tricolor
Ali son dei valor
che il destino non può fermar
e cantano in cielo i motor
di nostra gente l'alte virtù.

Avier! saldo il cor
Vincerem. Si!
Per Roma invitta ed immortal
In alto, in alto sempre più
e la vittoria il serto vi darà.
Noi salirem sempre più su
l'ala d'Italia trionferà.
Italia, miraggio di sol
verso la gloria t'innalzi e vol
Ali son tricolor
Ali son dei valor
che il destino non può fermar
e cantano in cielo i motor
di nostra gente l'alte virtù.
Avier! saldo il cor
Vincerem. Si!

 

* * * * * * * * 

 

INNO DEL CARRISTA
 
Col carrarmato noi facciam la guerra
strumento che conosce sol vittoria
che perder fa al nemico la sua boria
che appena appena lo sente avanzar
Col carrarmato noi facciam la guerra
compagine noi siamo d’ardimento
che sorridendo affronta ogni cimento
che se ne frega se poi dovrà morir.
 
Baldo carrista
lancia al vento del tuo cuore la canzone
nell’impeto di fede e di passione
per la tua Patria, per il Re, per il tuo Duce.
Se canta il cuore
l’accompagna col suo ritmo anche il motore
e dice a chi lo guida nel silenzio:
“Demone rosso, avanti!
Tu sei fra tutti quanti il re dell’ardimento!”
 
Baldo carrista
lancia al vento del tuo cuore la canzone
nell’impeto di fede e di passione
per la tua Patria, per il Re, per il tuo Duce.
Se canta il cuore
l’accompagna col suo ritmo anche il motore
e dice a chi lo guida nel silenzio:
“Demone rosso, avanti!
Tu sei fra tutti quanti il re dell’ardimento!”
 
Baldo carrista
lancia al vento del tuo cuore la canzone
nell’impeto di fede e di passione
per la tua Patria, per il Re, per il tuo Duce.
Se canta il cuore
l’accompagna col suo ritmo anche il motore
e dice a chi lo guida nel silenzio:
“Demone rosso, avanti!
Tu sei fra tutti quanti il re dell’ardimento!”
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
LA DISPERATA
 
Squadriglia disperata che non si ferma mai.
Mai! Mai!
Con l’ala tricolor!
Come aquila indomata l’assalto sempre sferra.
Sferra! Sferra!
Al canto del motor!
 
Su l’ala armata rigna la morte,
contro ogni sorte si scaglierà!
oillì, oillì, ollì, oillà.
La Disperata: eccola qua!
[fischi]
La Disperata: eccola qua!
 
Il nero gagliardetto ha il motto “me ne frego”!
Frego! Frego!
E sventola lassù.
Dal sangue benedetto a tutti dice “guai!”.
Guai! Guai!
Non si ripiega più!
No!
 
Su l’ala armata rigna la morte,
contro ogni sorte si scaglierà!
oillì, oillì, ollì, oillà.
La Disperata: eccola qua!
[fischi]
La Disperata: eccola qua!
 
Nemici bianchi o neri.
Attenti! Chè son botte!
Botte! Botte!
E chi non l’ha, vien giù.
Sia oggi come ieri, contro i nemici, Dài!
Dài! Dài!
L’Italia vincerà!
Sì!
 
Su l’ala armata rigna la morte,
contro ogni sorte si scaglierà!
oillì, oillì, ollì, oillà.
La Disperata: eccola qua!
[fischi]
Su l’ala armata rigna la morte,
contro ogni sorte si scaglierà!
oillì, oillì, ollì, oillà.
La Disperata: eccola qua!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
ROMA RIVENDICA L'IMPERO
 
Roma rivendica l'Impero
l'ora dell'Aquile suonò.
Squilli di trombe salutano in vol
dal Campidoglio al Quirinal.
 
Terra ti vogliamo dominar
Mare ti vogliamo navigar.
Il Littorio ritorna segnal
di forza e di Civiltà.
 
Sette colli nel ciel.
Sette glorie nel sol.
Dei Cesari il genio e il fato
rivivono nel Duce liberator.
 
Sotto fasci di allor
nella luce del dì
con mille bandiere passa
il Popolo d'Italia trionfator.
 
Di Roma o Sol,
mai possa tu
rimirar più fulgida città.
O sol, o sol,
possa tu sempre baciar
sulla fronte invitti i figli dell'Urbe immortal.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
DIVINA PATRIA
 
Un giorno il tambur
lontano rullerà
e le trombe squillino,
trillino, chiamino.
Se poi come un tuon
echeggerà il cannon
ci troverà ben pronti per marciar.
 
Patria nostra tu, divina Patria
sei più preziosa della nostra vita.
Noi darem per te
con un sorriso sulle labbra
come un dono il nostro ben.
Patria nostra tu, divina Patria
se chiami all'armi correremo uniti.
Premio non vogliam
con un sorriso "a noi" premio sarà.
 
E' bello morir
la Patria per salvar
la bandiera libera,
palpiti, sventoli,
sui monti e sui mar,
è bello guerreggiar
con dei fucili contro il nemico vil.
 
Patria nostra tu, divina Patria...
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
INNO A ROMA
 
Roma divina, a Te sul Campidoglio
dove eterno verdeggia il sacro alloro
a Te nostra fortezza e nostro orgoglio,
ascende il coro

Salve Dea Roma! Ti sfavilla in fronte 
il Sol che nasce sulla nuova storia; 
fulgida in arme, all'ultimo orizzonte 
sta la Vittoria. 

Sole che sorgi libero e giocondo 
sul colle nostro i tuoi cavalli doma; 
tu non vedrai nessuna cosa al mondo 
maggior di Roma.

Per tutto il cielo è un volo di bandiere 
e la pace del mondo oggi è latina: 
il tricolore canta sul cantiere, 
su l'officina. 
Madre che doni ai popoli la legge 
eterna e pura come il Sol che nasce, 
benedici l'aratro antico e il gregge 
folto che pasce! 

Sole che sorgi libero e giocondo 
sul colle nostro i tuoi cavalli doma; 
tu non vedrai nessuna cosa al mondo 
maggior di Roma. 

Benedici il riposo e la fatica 
che si rinnova per virtù d'amore, 
la giovinezza florida e l'antica 
età che muore. 
Madre di uomini e di lanosi armenti, 
d'opere schiette e di penose scuole, 
tornano alle tue case i reggimenti 
e sorge il sole. 

Sole che sorgi libero e giocondo 
sul colle nostro i tuoi cavalli doma; 
tu non vedrai nessuna cosa al mondo 
maggior di Roma. 

* * * * * * * * 

 

INNO DELLA LEGIONE SCALIGERA

di Giovanni Eliseo

Alla memoria purissima del Camerata ITALO TINAZZI

(trascritto da ''testo originale di epoca fascista'', rispettandone la punteggiatora)

 

Sopra l'Alpe immacolata
Una scolta ischeletrita,
per color ch'erano in vita
Suonò l'ultima adunata!

All'appello rispondemmo:
-Pace ai Morti! il Fascio giura
che dal Baldo alla pianura
La riscossa accenderà....

Alalà! Camicia Nera!
Tu non temi la mitraglia;
Dove giunge la tua schiera
Là si vince una battaglia!

Quando passa la mia Fiamma
Giovinezza getta un fiore,
Ma se è l'Aquila di Roma
Dallè un bacio ed il tuo cuor....


Sul Bènaco incantatore,
Nelle valli verdeggianti,
Tutti i Forti furon Fanti
Pien di Fede e pien d'ardore!

Noi provammo offese o oltraggi,
Noi cademmo in mille agguati:
Ma restando ognor soldati
Difendemmo il Tricolor....

Alalà Camicia Nera! ecc.


Partivamo mentre mamma
Riprovava antiche pene:
Tutto un fuoco eran le vene
Ed in cor tutta una fiamma!

Chi restò lungo il cammino
Con la fronte verso il cielo,
Non di lagrime ebbe un velo
Ma d'assalto una canzon....

Alalà! Camicia Nera!
Tu non temi la mitraglia;
Dove giunge la tua schiera
Là si vince una battaglia!

Quando passa la mia Fiamma
Giovinezza getta un fiore,
Ma se è l'Aquila di Roma
Dàlle un bacio ed il tuo cuor....


Fate largo a chi rinnova
Del passato gli ardimenti;
Chi infiammò le nostre Genti
Per formar l'Italia Nova

Fate largo a chi di Roma
Rinnovò l'antica Gloria,
Chi difese la Vittoria
E d'Italia l'avvenir....

Alalà! Camicia Nera! ecc.

 

 
 * * * * * * * * 

 

 
TI SALUTO, VADO IN ABISSINIA
 
Si formano le schiere e i battaglion
che van marciando verso la stazion.
Hanno lasciato il loro paesello
cantando al vento un gaio ritornello.
Il treno parte e ad ogni finestrin
ripete allegramente il soldatin.
 
Io ti saluto e vado in Abissinia
cara Virginia, ma tornerò.
Appena giunto nell'accampamento
dal reggimento ti scriverò.
Ti manderò dall'Africa un bel fior
che nasce sotto il ciel dell'equator.
Io ti saluto e vado in Abissinia
cara Virginia, ma tornerò.
 
Quel giovane soldato tutto ardor
c'è chi sul petto ha i segni del valor
ma vanno insieme pieni di gaiezza
cantando gli inni della giovinezza.
Il vecchio fante che non può partir
rimpiange in cuore di non poter dir.
 
Io ti saluto e vado in Abissinia
cara Virginia, ma tornerò.
Appena giunto nell'accampamento
dal reggimento ti scriverò.
Ti manderò dall'Africa un bel fior
che nasce sotto il ciel dell'equator.
Io ti saluto e vado in Abissinia
cara Virginia, ma tornerò.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
ADUA
 
Passa la vittoria
sfavillante in un baglior
nel cielo d'or
mille artili adunchi
si protendono a ghermir
non può sfuggir
ecco gli italiani già
che hanno preso la città
belli nel maschio viso
in un sorriso vogliono cantar:
 
Adua è liberata
è ritornata a noi,
Adua è conquistata
risorgono gli eroi.
Va, vittoria va,
tutto il mondo sa.
Adua è vendicata,
gridiamo alalà.
 
Rullano i tamburi
cessa il suono del cannon.
Quanta emozion!
S'alza tra le lacrime
di gioia e di passion
una vision:
sono i martiri che un dì
questa terra ricoprì,
ombre color di sangue
nel sol che langue
cantano così:
 
Adua è liberata...
* * * * * * * * 

 

ALLA VERGINE DI LORETO (patrona degli aviatori) -inno 

(trascrizione di Federico Orsini da testo originale del 1935 circa)

Nell' allurro dei cieli, o Maria

al possente rombar dei motori,

con il fremito in cuor gli aviatori,

più vicino si sentono a Te!

 

O Maria, Regina del cielo,

formatrice di prodi guerrieri,

dell' Italia proteggi gli avieri

nelle imprese gloriose e immortal !

 

Della fede conserva la Fiamma,

custodisci del cuor la purezza;

Tu ci infondi un' eroica fortezza

per la gloria d' Italia nel ciel.

 

O Maria, Regina del cielo,

formatrice di prodi guerrieri,

dell' Italia proteggi gli avieri

nelle imprese gloriose e immortal !

 

Mentre in volo solchiamo l' azurro

O Maria, deh ! Tu benedici

i parenti lontani e gli amici,

che portiamo rinchiusi nel cuor.

 

O Maria, Regina del cielo,

formatrice di prodi guerrieri,

dell' Italia proteggi gli avieri

nelle imprese gloriose e immortal !

 

* * * * * * * * 

 

FACCETTA NERA (prima edizione, in romanesco)

Si mo’ dall'artopiano guardi er mare,
moretta che sei schiava fra le schiave,
vedrai come in un sogno tante nave
e un tricolore sventolà pe’ te.
Faccetta nera

bell'Abissina
aspetta e spera

che già l'Italia s'avvicina.
Quanno staremo

vicino a te
noi ti daremo un'antra legge e ‘n antro Re.
La legge nostra è schiavitù d'amore
ma libertà de vita e de pensiero,
vendicheremo noi camicie nere
l’Eroi caduti e liberàmo  te.
Faccetta nera....

Faccetta nera piccola Abbissina,
te porteremo a Roma liberata,
dar sole nostro tu sarai baciata
starai in camicia nera pure te.
Faccetta nera 

sarai romana
e pe' bandiera

tu ci avrai quella italiana.
Noi marceremo

insieme a te
e sfileremo avanti ar Duce e avanti al Re.

(altra versione: e grideremo viva er Duce e viva er Re)

 

* * * * * * * * 
 
 
FACCETTA NERA (in italiano)
 
Se tu dall'altopiano guardi il mare,
moretta che sei schiava tra gli schiavi,
vedrai come in un sogno tante navi
e un tricolore sventolar per te.
 
Faccetta nera, bell'abissina
aspetta e spera che già l'ora s'avvicina
quando saremo vicino a te
noi ti daremo un'altra legge e un altro Re.
 
La legge nostra è schiavitù d'amore
il nostro motto è libertà e dovere
vendicheremo noi camice nere
gli eroi caduti liberando te.
 
Faccetta nera, bell'abissina...
 
Faccetta nera, piccola abissina,
ti porteremo a Roma liberata
dal sole nostro tu sarai baciata
sarai in camicia nera pure tu.
 
Faccetta nera sarai romana,
la tua bandiera sarà sol quella italiana,
noi marceremo insieme a te
e sfileremo avanti al Duce, avanti al Re.

 

 * * * * * * * * 




FACCETTA BIANCA

Faccetta bianca quando ti lasciai
quel giorno al molo, là presso il vapore
e insieme ai legionari m’imbarcai
l’occhio tuo nero mi svelò che il core
s’era commosso al par del core mio,
Faccetta bianca
amore mio
pallida e stanca
t’ho detto addio
io lascio come un dì lasciò papà
un figlio che di me ti parlerà!
Ed a quel figlio canta con fermezza
Viva l’Italia, il Duce e Giovinezza!
Faccetta bianca, proprio stamattina
in una marcia lunga e faticosa
e nel combattimento a me vicina
io t’ho sognato giovane mia sposa,
avevi dell’Italia il portamento
e mi spronavi per il gran cimento!
Faccetta bianca i baci che m’hai dati
nella trincea mi tornano alla mente
in mezzo a tanti visi affumicati
è il tuo visino più del sol splendente,
quasi in contrasto a quelle facce nere
è fiamma e luce pel tuo bersagliere!
Faccetta bianca, sola mia passione
mi guida il compimento del dovere
verrà quel giorno che di commozione
ti stringerà al suo petto il bersagliere
e la tua bella faccettina stanca
si poserà sulla medaglia bianca!

 
 
 
 * * * * * * * * 
 

 

IL RITORNO DEL VOLONTARIO
 
Mamma ritorna ancora alla casetta
sulla montagna che mi fu Natale
son pien di gloria amata mia vecchietta
ho combattuto in Africa Orientale.
Asciuga il dolce pianto
ripeti al mondo intero
che il figlio tuo sincero
ha vinto e lotta ancor.
 
Italia va, con la tua giovinezza
per la maggior grandezza
il Duce sempre a vegliar sarà...
Veglierà il re, gloriosa Patria bella
tu sei la viva stella
che il Duce al Mondo ridonerà
 
Nella valigia t'ho portato un fiore
io lo raccolsi in mezzo alla battaglia
il suo profumo aspira con amore
se crepitasse ancora la mitraglia.
Bagnato è tutto intorno
del sangue d'un guerriero
che per crear l'Impero
vince e lotta ancor.
 
Italia va, con la tua giovinezza
per la maggior grandezza
il Duce sempre a vegliar sarà...
Veglierà il re, gloriosa Patria bella
tu sei la viva stella
che il Duce al Mondo ridonerà
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
CANTO DEI VOLONTARI
 
Quando la bella mia m'ha salutato
piangendo m'ha donato il tricolore:
"Il bianco è tutto il pianto che ho versato,
il rosso è tutto il fuoco del mio amore,
il verde è la speranza
che un dì ritornerai,
e allor mi sposerai
s'io morta non sarò."  
Bel morettin,
se il tricolor ti piace,
la libertà e la pace
Italia bella ti donerà;
bel morettin
solleva la tua mano,
saluta da Romano,
chè ti portiamo la civiltà.
 
Quando la bella mia m'ha salutato
coi tre colori della mia bandiera
un grande fazzoletto ha ricamato
da metter sulla mia camicia nera.
Speranza, fede, amore,
io porto sopra il petto,
accanto al mio moschetto
che strada mi farà.   Bel morettin...
 
Quando la bella mia m'ha salutato
ha colto tante rose nel giardino,
ne ha fatto un grande mazzo profumato
perchè lo porti in dono a un'abissino.
Le rose io te le porto
e te le voglio offrire
ma se vorrai le spine
le spine ti darò.    Bel morettin...
 
La mia bandiera porterai sul petto
allor che attaccherete l'invasore;
e la difenderai col tuo moschetto
e la difenderai col tuo valore.
Un bacio, un giuramento
e và'in combattimento,
e quando tornerai
la vita ti darò.   
Ma non tornar
se per la Patria bella
di libertà la stella
in cielo
ancora non brillerà.
E se avverrà
che in mezzo alla battaglia
ti colga la mitraglia
il bacio mio ti raggiungerà.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
CANTATE DEI LEGIONARI
 
Ce ne fregammo un dì della galera
ce ne fregammo della triste sorte
per preparare questa gente forte
che se ne frega adesso di morir.
Il mondo sa che la camicia nera
s'indossa per combattere e morir.
 
Duce!
Per il Duce e per l'Impero
eja eja alalà! Alalà! Alalà!
 
I morti che lasciammo a passo Uarieu
sono i pilastri del romano Impero.
Gronda di sangue il gagliardetto nero
che contro l'Amba il barbaro inchiodò.
Sui morti che lasciammo a passo Ureu
la Croce di Giuliani sfolgorò.
Duce!
Per il Duce e per l'Impero
eja eja alalà! Alalà! Alalà!
 
"Ma la mitragliatrice non la lascio!"
gridò ferito il legionario al passo.
Colava sangue sul conteso sasso
il costato che a Cristo somigliò.
"Ma la mitragliatrice non la lascio!"
e l'arma bella a un tratto lo lasciò!
Duce!
Per il Duce e per l'Impero
eja eja alalà! Alalà! Alalà!
 
O Duce hai dato al popolo l'Impero
noi col lavoro lo feconderemo,
col vecchio mondo diventato scemo
ci sono sempre conti da saldar.
O Duce hai dato al popolo l'Impero
siamo pronti per te a ricominciar.
Duce!
Per il Duce e per l'Impero
eja eja alalà! Alalà! Alalà!
 
 
 
* * * * * * * * 

 

CANZONE DELLA CENTURIA CICLISTI     (40° LEGIONE SCALIGERA)

(Sull'aria dei SOLDATINI DI FERRO di Mendes)

(trascritta da ''testo originale di epoca fascista'', rispettandone la punteggiatura)

 

Quando CASELLA chiama la Centuria <<Vo' CHE VO'>>,
appello non si fà,
che tutti ci son già.
Quando il suo fischio trilla: l'Adunata in riga, là -
scattano tutti in piè,
a fianco TRE per TRE:
MOSCHETTO A TRACOLL'ARM',
GIBERNE E TASCAPAN,
LA BICICLETTA A MAN, CON PEDIVELLA IN SU'!

La Centuria Ciclisti così,
sente un fischio e ferma sta lì;
sente un fischio e parte che par
una macchina sola a girar;
con un fischio di sella vien giù,
scatta in piè per non muoversi più;
la più bella centuria è davver
collezion SOLDATINI DI FER!

Quel che CASELLA chiede alla Centuria <<VO' CHE VO'>>,
mai non lo chiede invan,
non uno se 'n riman.
Basta ceh parli al cuore ed all'orgoglio loro un pò,
che cosa non ottien
chi li conosca ben?
OFFRIRE AL DUCE, AR RE!
NON CHIEDERE PER SE'
CHE BICICLETTA AL BRACCIO E MASCHERA SUL FEZ!

La Centuria Ciclisti così,
c'è un servizio, e ferma stà lì;
c'è una marcia e parte che par
una macchina sola a girar;
c'è chi muore pel proprio DOVER,
ma non muore nel loro pensier;
la più bella Centuria ha l'onor
di formar dei SOLDATI DI CUOR!.....

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

''CANTA,, DELLA CENTURIA CICLISTI AI ''BOCIA,,...

(Sull'aria del ritornello degli Arditi)

(trascritta da ''testo originale di epoca fascista'', rispettandone la punteggiatura)

 

Chi voglia mettere

la bicicletta

rossa sul braccio

non abbia fretta;

prima si carichi,

piegata a morsa,

quella di ferro

e via di corsa!

 

Poi per chilometri

centocinquanta,

tutti in un giorno,

fuori la <<Canta>>;

se viene a piovere

come Dio vuole;

s'asciughi quando

ritorna il sole!

 

Superi i valichi

su del Trentino,

come noialtri

diventi Alpino;

discenda dall'Adige,

del piano in vista,

giù a rompicollo

torni Ciclista!

 

Quando lo chiamano

senza precetto,

stringa la cinghia,

mangi ristretto;

se poi in servizio

busca del <<fesso>>,

-basta non crederci-

canti lo stesso!

 

Anche ore sedici

può rimanere

privo del cambio,

sappia tacere;

ma se gli dicono

di farne ancora,

gridi ben forte:

<<Anche in malora!>>

 

Il cuore adoperi

più d'un fratello

per il compagno

Ciclista bello;

non si dimentichi

di Lui se muore:

a quei che lascia

mostri del cuore.

 

Sappia convincere

chi lo circonda

che d'entusiasmo

possiede un onda,

inestinguibile

onda d'orgoglio,

per la Centuria

<<VOGLIO CHE VOGLIO!>>

 

Così la recluta

della Ciclisti

impara l'ore

e gaie e tristi;

così ammiratela,

si a piè che in sella:

Largo che passa

Centuria bella!....

 

 

* * * * * * * * 

 

MEDITERRANEO
 
Nizza, Savoia, Corsica fatal
Malta baluardo di romanità,
Tunisi nostre sponde monti e mar
suona la libertà, la libertà.
 
Va gran Maestrale
urla, romba, ruggi con furor
stranier, via!
Duce col rostro che Duilio armò
Roma fedele a te trionferà.
In armi camicie nere
in piedi fratelli corsi
voi ritrovate al fin
 
la Patria santa, la grande madre
che vi amò, che vi chiamò
con la spada Corsi, con la fede
l'invitto Duce vi rivendicò.
Di Malta lo strazio grida
nel cuore d'Italia,
l'audacia che irrompe e sfonda
Britannici navigli schianterà.
Noi ti riconquistiam con Garibaldi.
Nizza, Nizza col tuo biondo marinar
vinceremo, Duce, vinceremo
tu sei la gloria e l'avvenir.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
CIAO BIONDINA
 
L'alba spunta già, e se devi andar
per le vie del mondo, non tardar.
Ogni studentin gaio soldatin
lascia i libri e l'Università
 
Ciao biondina, ci rivedremo
un bel giorno ci incontreremo
da lontan, quando resterò
solo col mio cuor ti penserò.
Sognerò di baciare ancor
la tua treccia d'or,
addio biondona.
Ciao biondina, è giunta l'ora.
Ciao biondina, un bacio ancora.
Con ardor il goliardo va
senza mai esitar combatterà.
Ciao mio caro amor
presto torna vincitor.
 
Sfila il battaglion, rombano i motor
sempre in alto il cuore tricolor.
Vincere o morir, questo è l'avvenir
della più gagliarda gioventù.
 
Ciao biondina, ci rivedremo
un bel giorno ci incontreremo
da lontan, quando resterò
solo col mio cuor ti penserò.
Sognerò di baciare ancor
la tua treccia d'or,
addio biondona.
Ciao biondina, è giunta l'ora.
Ciao biondina, un bacio ancora.
Con ardor il goliardo va
senza mai esitar combatterà.
Ciao mio caro amor
presto torna vincitor.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
ADDIO MIA PICCOLA
 
Ci bacia la rugiada mattutina...
addio biondina... addio biondina!
L'armata degli eroi già s'incammina
verso la gloria si va... si va...!
Non c'è barriera al mondo che resistere potrà.
 
Addio mia piccola, partiamo intrepidi
contro il nemico che piegare si dovrà,
gli antichi barbari dovranno cedere,
per il trionfo di una nuova civiltà.
Addio mia piccola, nel sogno baciami
e vittorioso tornerò vicino a te
dobbiamo vincere e vinceremo
col nostro Duce per l'Italia e per il Re.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
E' PARTITA UNA TRADOTTA
 
E' partita una tradotta,
tutta piena di diciott'anni,
visi freschi, cuori spaccati
dalle granate dell'allegrìa.
Hanno preso la via del mare
questi giovani in grigioverde
col prurito nelle mani
e l'amore nei tascapani.
 
L'han chiamato "Il Battaglione
del figiol... di mamma mia!"
Fà una pernacchia e tira via
perchè c'è sempre qualche frescone...
 
Parapam...pam...pam...
 
Mamma mia, ma col moschetto,
bacio in fronte, te l'ho detto
salutando alla stazione,
questo è quello della mitraglia;
mamma mia, ma col pugnale,
chè la guerra non è finita,
scaglia l'anima nella partita,
lasciala andare dove vorrà.
 
I diciott'anni li consumiamo
tra la gavetta e le scarpinate,
poi verrà l'ora che batte il cuore
quell'ora santa delle legnate.
O Battaglione di primavera
dove si ferma nessun lo sa.
 
Per ora andiamo oltre i confini
Battaglioni di Mussolini!

 

* * * * * * * * 
 
 
EVVIVA! EVVIVA!

Sissignori, all'armi, all'armi
per chi insulta i decorati
per chi spregia dei soldati
l'alto senso del dover!

Sissignori, siam fascisti
siamo piccoli, devoti
e sacriam nei nostri voti
la Nazione, il Duce e il Re!

Viva il Re!
Se alcun lo offenda
morte e spregio lo offenda
viva il Duce
che conduce
nella luce
la Nazion!
La Nazion, che vive in se
Viva il Duce, viva il Re!

Sissignori, all'armi, all'armi
per chi il popolo sobbilia
per chi immette, stilla a stilla
il bolscevico velen!

Sissignori siam fascisti
siamo piccoli e gioiosi
ma domani valorosi
sui nemici insorgerem!

Viva il Re!
Se alcun lo offenda
morte e spregio lo offenda
viva il Duce
che conduce
nella luce
la Nazion!
La Nazion, che vive in se
Viva il Duce, viva il Re!

Sissignori, all'armi, all'armi
per chi in truce assenteismo
disvaluta l'eroismo
di chi forza l'avvenir!

Siamo i piccoli fascisti
Italiani e ne siam fieri
con l'amor non c'è mestieri
non si vende, e ognor si dà.

Viva il Re!
Se alcun lo offenda
morte e spregio lo offenda
viva il Duce
che conduce
nella luce
la Nazion!
La Nazion, che vive in se
Viva il Duce, viva il Re!

Quando palpita festosa
la fanfara nazionale
viva il bene muoia il male
sotto il rapido stival!

Quando passi una bandiera
delle turbe al pio cospetto
si saluti in lei il rispetto
per la Patria, il Duce e il Re!

Viva il Re!
Se alcun lo offenda
morte e spregio lo offenda
viva il Duce
che conduce
nella luce
la Nazion!
La Nazion, che vive in se
Viva il Duce, viva il Re!

 

 * * * * * * * * 
 

 

LA SAGA DI GIARABUB
 
Inchiodata sul palmeto
veglia immobile la luna,
a cavallo della duna
sta l'antico minareto.
Squilli, macchine, bandiere,
scoppi, sangue, dimmi tu,
che succede cammelliere?
E' la saga di Giarabub!
 
Colonnello non voglio il pane
dammi piombo pel mio moschetto,
c'è la terra del mio sacchetto
che per oggi mi basterà.
Colonnello non voglio l'acqua
dammi il fuoco distruggitore,
con il sangue di questo cuore
la mia sete si spegnerà.
Colonnello non voglio il cambio
qui nessuno ritorna indietro
non si cede neppure un metro
se la morte non passerà.
 
Spunta già l'erba novella
dove il sangue scese a rivi,
quei fantasmi in sentinella
sono morti o sono vivi?
E chi parla a noi vicino,
cammelliere non sei tu?
In ginocchio pellegrino,
son le voci di Giarabub
 
Colonnello non voglio il pane...
 
Colonnello non voglio l'acqua...
 
Colonnello non voglio il cambio...
 
Colonnello non voglio encomi,
sono morto per la mia Terra.
Ma la fine dell'Inghilterra
incomincia da Giarabub.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
LA CANZONE DEI SOMMERGIBILI
 
Sfiorano l'onde nere nella fitta oscurità, 
dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà.
Taciti ed invisibili partono i sommergibili!
Cuori e motori
d'assaltatori
contro l'Immensità!
 
Andar 
pel vasto mar
ridendo in faccia a Monna Morte ed al Destino!
Colpir
e seppellir
ogni nemico che s'incontra sul cammino!
E' così che vive il marinar
nel profondo cuor
del sonante mar!
Del nemico e dell'avversità
se ne infischia perchè sa
che vincerà!
 
Giù sotto l'onda grigia di foschia nell'albeggiar
una torretta bigia spia la preda al suo passar!
Scatta dal sommergibile
rapido ed infallibile
dritto e sicuro
batte il siluro
schianta e sconvolge il mar!
 
Andar, ecc... ecc...
 
Ora sull'onda azzurra nella luce mattinal
ogni motor sussurra come un canto trionfal!
Ai porti inaccessibili
tornano i sommergibili:
ogni bandiera
che batte fiera
una Vittoria val!
 
Andar, ecc... ecc...
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
ADESSO VIENE IL BELLO
 
Si scioglie la neve, la nebbia, la brina
quei turpi inglesi
che pernottano in cantina
tracannando bottiglie,
succhiando pastiglie
domandano ai topi
quando il tempo cambierà.
April non giunge col vol di colombe
lancia dai cieli pioggia di bombe,
lancia siluri a colpi sicuri
è l'Aprile d'Italia che gloria ci dà.
percossa e sconvolta
dal basso e dall'alto,
tu non resisti non resisti
al nostro assalto.
Malvagia Inghilterra tu perdi la guerra
la nostra vittoria sul tuo capo fiera sta.
 
     Adesso viene il bello,
     adesso viene il bello,
     isoletta di pescator
     a nord ritornerai.
     Adesso viene il bello,
     adesso viene il bello,
     Inghilterra, Inghilterra
     la tua fin segnata è già.
La flotta che muove
da Capoteulada
dando prova nell'Atlantico la strada
su navi guerriere
le nostre bandiere
si schierano al vento della
santa libertà.
Falsa Inghilterra per ogni naviglio
perdi una zanna, perdi un artiglio,
non c'è rimedio sei stretta d'assedio
è l'Aprile d'Italia che morte ti dà.
Dovrai per giustizia,
malvagia Inghilterra lasciare Malta,
abbandonare Gibilterra.
Dal cuor delle genti,
i tre continenti il nome d'Italia
benedetto salirà.
     Adesso viene il bello...
 

 

 * * * * * * * * 
 

 

VINCERE! VINCERE! VINCERE!
 
Temprata da mille passioni
la voce d'Italia squillò!
"Centurie, coorti, legioni,
in piedi chè l'ora suonò"!
Avanti gioventù!
Ogni vincolo, ogni ostacolo
superiamo!
Spezziam la schiavitù
che ci soffoca
prigionieri nel nostro mar!
 
Vincere! Vincere! Vincere!
E vinceremo in cielo in terra in mare!
E' la paroloa d'ordine
d'una suprema volontà
Vincere! Vincere! Vincere!
ad ogni costo! nulla ci fermerà.!
I nostri cuori esultano
nell'ansia di obbedir!
Le nostre labbra giurano:
o vincere o morir!
 
Elmetto, pugnale, moschetto:
a passo romano si va!
La fiamma che brucia nel petto
ci sprona, ci guida: si va!
Avanti! Si oserà
l'inosabile!
L'inesorabile, l'impossibile
non esiste!
La nostra volontà
è invincibile!
Mai nessuno ci piegherà!
 
Vincere! Vincere! Vincere...
 
 
 
* * * * * * * * 

 

SALUTO AL DUCE 

Inno Ufficiale dell'Opera Nazionale Balilla

(trascritto da ''testo originale di epoca fasciata'', rispettandone la punteggiatura)

 

Benedetto dal Sole.

Dalla Terra.
Dal Pane
Dalle Mani materne
Dal sorriso infantile.
Dalle zappe lucenti.
Dalle navi lontane.
Benedetto da Roma, al ventuno d'Aprile.
Dio Ti manda all'Italia come manda la luce:
Duce
Duce
Duce

Prendi il sangue ventenne che ci brucia le vene.
Fa del sangue la fiamma che difende l'Impero.
Detta leggi di gloria
Spezza ceppi e catene.
Operaio.
Pastore.
Costruttore.
Guerriero.
Dio Ti manda all'Italia come manda la luce:
Duce.
Duce.
Duce.

 

* * * * * * * * 

 

 
CAMERATA RICHARD
(De Torres-Ruccione-Simeoni)
 
Camerata Richard, benvenuto!
dammi il sacco, si scivola, bada
il nemico è là sulla strada.
Parla piano: già t'hanno veduto,
ventun anni! la stessa mia classe
questo vedi è 
il mio primo bambino
e tu sei fidanzato a Berlino
e abitante alla Krausenstraße?
Se mia madre a quest'ora pensasse
che ho trovato un amico vicino!
Camerati d'una guerra. Camerati d'una sorte,
chi divide pane e morte,
non si scioglie sulla terra!
Camerati d'una guerra, Camerati d'una sorte,
chi divide pane e morte
più nessuno lo scioglie!
Camerata Richard, tre minuti.!
due minuti, un minuto... 
si attacca!
C'è il mio nome cucito sulla giacca...
Pronti? fuori! il cielo ci aiuti!
Camerata Richard, come canta 
la mitraglia di quella piazzola!
Tieni a mente: Salvetti Nicola
vico Mezocannone cinquanta.
Oggi tutta la terra si schianta,
ma noi due
siamo un'anima sola.
Camerati d'una guerra, camerati d'una sorte,
chi divide pane e morte,
non si scioglie sulla terra!
Camerati fuori il passo sulla strada della gloria
coglieremo la vittoria
per la nostra libertà.

 
 * * * * * * * * 
 
 
LILI MARLEN      (la canzone dell'avamposto)

(Schltze-Rastelli)

 
Tutte le sere
sotto quel fanal,
presso la caserma,
ti stavo ad aspettar.
Anche stasera aspetterò
e tutto il mondo scorderò,
con te, Lilì Marlen,
con te, Lilì Marlen.
 
O trombettiere,
stasera non suonar.
Una volta ancora
la voglio salutar.
Addio piccina, dolce amor,
ti porterò per sempre in cuor.
Con me, Lilì Marlen,
con me, Lilì Marlen.
 
Dammi una rosa
da tener sul cuor,
legala col filo
dei tuoi capelli d'or.
Forse domani piangerai
ma dopo tu sorriderai.
A chi Lilì Marle,
a chi Lilì Marlen?
 
Quando nel fango
debbo camminar,
sotto il mio fardello
mi sento vacillar.
Che cosa mai sarà di me
ma poi sorrido e penso a te.
A te Lilì Marlen,
a te Lilì Marlen.
 
Se chiudo gli occhi,
il viso tuo mi appar
come quella sera
nel cerchio del fanal...
Tutte le notti sogno allor
di ritornar... di riposar...
Con te, Lilì Marlen,
con te, Lilì Marlen.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
VECCHIA PELLE
 
Ci siamo fatti ormai la pelle dura
su tutti i fronti sotto ignoti cieli;
son già fioriti tante volte i meli
e il legionario è ancora a guerreggiar.
Ci siamo fatta la pellaccia dura
coi bolscevichi e i giuda d'oltremar.
 
Vecchia pelle cieli ignoti
Fiamme Nere dappertutto
nascerà da tanto lutto,
una nuova umanità.
Per i figli, pei nipoti,
ci battiam su tutti i fronti
solo agli ultimi orizzonti
la vittoria in armi sta.
 
Da un continente all'altro detta Roma
l'eterna legge dell'antica razza
col mitra, col pugnale e la ramazza
l'ordine nuovo noi vogliamo dar.
Ce ne freghiamo noi della galera,
ce ne freghiamo, adesso, di cantar.
 
Legionario tieni duro,
chè il tallon è quel degli avi
quando il mondo dominavi
con romanica virtù
metteremo giuda al muro;
con il duce in testa a noi
diveniamo tutti eroi
e la morte a tu per tu.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
BATTAGLIONI "M"
 
Battaglioni del Duce, battaglioni,
della morte creati per la vita,
a Primavera s'apre la partita,
i continenti fanno fiamme e fior.
Per vincere ci vogliono i leoni
di Mussolini armati di valor.
 
Battaglioni della morte,
battaglioni della vita,
ricomincia la partita,
senza l'odio non c'è amor.
"M" rossa uguale sorte,
fiocco nero alla squadrista
noi la morte
l'abbiam vista
con due bombe e in bocca un fior.
 
Contro l'oro c'è il sangue e fa la storia,
contro i ghetti profumano i giardini,
sul mondo batte il cuor di Mussolini,
a Marizai il buon seme germogliò.
Nel clima di battaglia e di vittoria
la fiamma nera a ottobre divampò.
 
Contro Giuda e contro l'oro
sarà il sangue a far la storia.
Ti daremo la vittoria, Duce,
o l'ultimo respir.
Battaglioni del Lavoro,
battaglioni della fede.
Vince sempre chi più crede
chi più a lungo sa patir. 

 

 * * * * * * * * 
 

 

DECENNALE

(testo di V.E.Bravetta-musica di G.Blanc    anno 1932)

Salve, salve Duce
dalle cose feconde d'amor!...
Salve dai campi del lavor
dalle navi cinte d'acciar!...
Dieci son gli anni
cento saranno.
Grande un'età di forza
di pensier ci verrà da te!
Ah! Non fu vano il sangue sparso
non fu sterile il martirio
no, non fu un sogno illusorio
morir per il Fascio Littorio.
Splende quel sangue in ciel
tinge l'aurora del nuovo dì.
Gente che miete e che salpa
ritrova l'orme di Roma imperial
la terra madre a noi da pane
a noi da respiro il mar.
Duce, l'artier del decennal
tu sei trionfator
vibrante l'Italia intera
vive di te, per te.
Gloria, o Duce
gloria a te.

 

 * * * * * * * * 

 

FIAMME NERE  (CANTO DEGLI ARDITI)   I versione

(Testo di Marcello Manni - Musica di G. Ferretti     anno 1919)

L'ardito è bello, l'ardito è forte
ama le donne, beve il buon vin
per le sue fiamme color di morte
trema il nemico quando è vicin!

Ardito, Ardito
le Fiamme Nere
sono come simbolo
fra le tue schiere
scavalca i monti
divora il piano
pugnal fra i denti
le bombe in mano!...

Fiamme Nere, avanguardia di morte
siam vessillo di lotta e d'orror
siam orgoglio mutato in coorte
per difendere d'Italia l'onor!...

Ardito, Ardito
le Fiamme Nere
sono come simbolo
fra le tue schiere
scavalca i monti
divora il piano
pugnal fra i denti
le bombe in mano!...

Quante volte fra tenebre folte
nella notte estraemmo il pugnal
fra trincere e difese sconvolte
della mischia cruenta e fatal!

Ardito, Ardito
le Fiamme Nere
sono come simbolo
fra le tue schiere
scavalca i monti
divora il piano
pugnal fra i denti
le bombe in mano!...

Mamma non piangere, c'è l'avanzata
tuo figlio è forte, su in alto il cuor!
Asciuga il pianto mia fidanzata
che nell'assalto si vince o muor!

Ardito, Ardito
le Fiamme Nere
sono come simbolo
fra le tue schiere
scavalca i monti
divora il piano
pugnal fra i denti
le bombe in mano!...

 

 

 * * * * * * * * 

 

FIAMME NERE (CANTO DEGLI ARDITI)   altra versione, successiva

Mamma non piangere se c'è l'avanzata,
tuo figlio è forte paura non ha
asciuga il pianto della fidanzata,
chè nell'assalto si vince o si muor.

Avanti Ardito, le Fiamme Nere
son come simbolo delle tue schiere
scavalca i monti, divora il piano
pugnal fra i denti, le bombe a mano.

Fiamma Nera avanguardia di morte,
siam vessillo di lotte e di orror,
siamo l'orgoglio trasformato in coorte,
per difender d'Italia l'onor.

Avanti Ardito, le Fiamme Nere...

Una stella ci guida, la sorte,
e ci avvincon tre fiamme d'amor,
tre parole di fede e di morte:
il pugnale, la bomba ed il cor.

Avanti Ardito, le Fiamme Nere...

L'ardito è bello, l'ardito è forte!
ama le donne, beve il buon vin;
per le sue fiamma color di morte
trema il nemico quando è vicin!

Avanti Ardito, le Fiamme Nere...

 

 * * * * * * * * 

 

CANTO DEI FANCIULLI FASCISTI

(anno 1928)

Siamo innumeri italiani
nelle scuole dell'amore
ma la Patria di domani
già ci palpita nel cuore.
Sono i piccoli italiani
le promesse della Storia
che se adora i veterani
pur le reclute amerà!

Fanciullezza, fanciullezza
tu dei fiori hai la dolcezza
e nascondi la fierezza
della nuova Umanità!

Pei nemici si fa sera
or la luce tutto inonda
bacia i lembi alla Bandiera
sulla nostra testa bionda.
Freme in tutto e tutta sola
entra e penetra in un fascio
di tra i vetri della scuola
per cantar felicità.

Fanciullezza, fanciullezza
tu dei fiori hai la dolcezza
e nascondi la fierezza
della nuova Umanità!

Siam fascisti d'elezione
perchè il cuore dei fanciulli
verso Italia ha una passione
più bruciante dei trastulli.
Siam fascisti in miniature
ma dal cuor ci escono i canti
che non hanno mai paura
d'echeggiar con libertà!

Fanciullezza, fanciullezza
tu dei fiori hai la dolcezza
e nascondi la fierezza
della nuova Umanità!

 

 * * * * * * * * 

 

CAMICIA NERA

(Vittoriale fascista di Marcello Manni -anno 1922)

Giovinezza d'Italia, in cammino
diamo al vento le nostre bandiere
che nei giorni di avverso destino
si bagnaron del sangue miglior. 

Fascisti, avanti!
Camicia nera
è sacro simbolo
d'invitta schiera
Italia bella 
madre di Eroi
per te lottiamo
Fascisti a noi!

Giovinezza d'Italia esultiamo
L'alba nuova già spunta nel ciel
le armi terse nel sole leviamo
la vittoria la palma ci diè.

Fascisti, avanti!
Camicia nera
è sacro simbolo
d'invitta schiera
Italia bella
madre di Eroi
per te lottiamo
Fascisti a noi!

Giovinezza d'Italia, alla terra
e al lavoro di dura fucina
ritorniamo e sia pace, sia guerra
sempre pronti ed in armi restiam.

Fascisti, avanti!
Camicia nera
è sacro simbolo
d'invitta schiera
Italia bella
madre di Eroi
per te lottiamo
Fascisti a noi!

 

 * * * * * * * * 

 

SON BALILLA

Son Balilla. Ne son fiero.
Alla Patria ed al mio Re
il mio sangue, il mio pensiero
consacrai con la mia fe'

Vo' che il fior dei miei verd'anni
cresca al sol, in libertà
per la razza dei tiranni
son Balilla! Eià! Eià! Alalà!

La trincera è la mia scuola
tempro al gioco il sano ardir
e col braccio e la parola
la mia Patria vo' servir

La vo' grande, ben difesa
il mio sasso ancor saprà
ben colpire chi l'ha offesa
son Balilla! Eià! Eià! Alalà!

Il mio labbro s'apre al canto
al garrir del Tricolor
la pupilla non sa il pianto
ma l'infiamma puro ardor

Quando, in fila, indrappellato
fiero vo' per la città
grido sempre a perdifiato
son Balilla! Eià! Eià! Alalà!

 

 

 * * * * * * * * 

 

DUX
(L'inno fù incio su disco ''LA VOCE DEL PADRONE'' GW 959)

(versi di Carlo Zangarini-Musica di Giuseppe Pettinato)

Duce, Duce, nome benedetto,
che di gioia accendi il nostro petto,
ti saluta la giovinezza,
che al tuo cuore più vicina stà.
Alla fiamma del tuo santo ardore
si prepara qui d'Italia il fiore:
la palestra di sua grandezza
nel tuo nome qui la stirpe avrà!

Duce, Duce, pace noi vogliam!
Duce, Duce, guerra non temiam!
scudo il nostro cuore (A Noi! A Noi!)
sempre a tè sarà (A noi! A noi!)
Du-ce! Du-ce! Du-ce! Du-ce!
Roma ancora il mondo guiderà!

Duce nostro, vibra il pugno forte!
Dio ti manda a vincere ogni sorte!
Madre Italia, la tua parola
questa vecchia Europa salverà.
Nel tuo nome, Duce, è l'avvenire;
nel tuo nome vincere o morire;
del Fascismo l'eroica scuola
Sia la legge della nuova età!

Duce, Duce, pace noi vogliam!
Duce, Duce, guerra non temiam!
scudo il nostro cuore (A Noi! A Noi!)
sempre a tè sarà (A noi! A noi!)
Du-ce! Du-ce! Du-ce! Du-ce!
Roma ancora il mondo guiderà!

 

 * * * * * * * * 

 

BERSAGLIERE ROMANO

Mamma non piangere,
fammi 'sto piacere,
contento son d'andare a fa' il soldato.
Sarò d'Italia un bravo Bersagliere
perché alla Patria il cuore ho donato.
Il Tricolore è simbolo d'amore,
combatterò finché mi batte il cuore.

O Bersagliere parti contento,
tra un bacio e l'altro, al Reggimento:
le piume al vento, lucenti e nere,
son la fierezza del Bersagliere.
Addio biondine, ciao brunette,
siete le gemme delle maschiette,
i baci vostri fanno piacere
al cuore ardente di un Bersagliere.

Mamma, ti scrivo solo una parola
per dirti che son giunto al Reggimento.
Mi sembra un sogno d'esser Bersagliere,
quando cammino con le piume al vento!
E quando in testa suona la fanfara
sento nel cuore una gran gioia rara.

O Bersagliere parti contento,
tra un bacio e l'altro, al Reggimento:
le piume al vento, lucenti e nere,
son la fierezza del Bersagliere.
Addio biondine, ciao brunette,
siete le gemme delle maschiette,
i baci vostri fanno piacere
al cuore ardente di un Bersagliere.

 

 * * * * * * * * 

 

BERSAGLIERI IN AFRICA

(anno 1936?)

Il contadino parte Bersagliere
e marcia insieme alle Camice Nere.
La mamma, la sua sposa e 'l campicel lasciò,
perché ha sentito in cuore una canzon d'amor.
E son le canzoni di trincea
che in Eritrea - or si suoneran.

Bersagliere d'Africa,
l'Italia resta Africa!
L'hanno cantato - Galliano e i Bersaglieri
son quarant'anni - e 'l Tricolore da ieri
sventola in Adua sui Tigrini,
e Mussolini - non cede più!

Suona la tromba: è pronto il Bersagliere,
son dispiegate al vento le bandiere!
L'Italia tira dritto e saprà far da sé:
perché lo vuole il Duce e lo comanda il Re!
O morti sopra tutti i nostri fronti,
i vecchi conti si regoleran!

Bersagliere d'Africa,
l'Italia resta Africa!
L'hanno cantato - Galliano e i Bersaglieri
son quarant'anni - e 'l Tricolore da ieri
sventola in Adua sui Tigrini,
e Mussolini - non cede più!

Vola canzone: t'ho affidata al vento
perché di tenda in tenda risuoni ognor,
canzone della Patria che riscalda il cuor;
perché tu sia la diana della gloria
nella vittoria - che ci arriderà!

Bersagliere d'Africa,
l'Italia resta Africa!
L'hanno cantato - Galliano e i Bersaglieri
son quarant'anni - e 'l Tricolore da ieri
sventola in Adua sui Tigrini,
e Mussolini - non cede più!

 

 * * * * * * * * 

 

BERSAGLIERI CICLISTI

Passano, scivolano,
volan per via;
e l'aria sibila

tagliata via.


La polve copreli,
pure li ho visti:
son baldi e giovani,
sono ciclisti.

Sui campi ondeggiano
piumetti neri:
han scuri gli abiti,
son Bersaglieri!

Passano, scivolano,
volan per via;
e l'aria sibila
tagliata via.

Lontana scopresi
Cavalleria,
rapida muovesi,
sbarra la via.

Dal colle subito
s'ascende in vetta:
a dosso portano
la bicicletta.

Passano, scivolano,
volan per via;
e l'aria sibila
tagliata via.

Tutta ricoprono
l'alta collina;
proietti vomita
la carabina...

In fuga mettono
i cavalieri;
tosto l'inseguono
veloci e fieri.

Passano, scivolano,
volan per via;
e l'aria sibila
tagliata via.

E cosi vincono
i cavalieri.
Ai fanti sfuggono
come sparvieri,

e poscia, piombando
sugli artiglieri,
al campo riedono
giulivi, alteri.

Passano, scivolano,
volan per via;
e l'aria sibila
tagliata via.

 

 

 * * * * * * * * 

 

PIUME BACIATEMI

Bersagliere son io! Qui nel seno,
di tre affetti riposto ho un tesoro:
la mia Patria, la mamma e la bella
son le cose che tengo nel cuor!

Bersagliere son io! De l'antica
tradizione pur degno sarò,
e nei rischi superbo ed audace
il mio canto intonare saprò!

Piume baciatemi la guancia ardente,
che al bacio un fremito nel cuor si sente.
Piume ridetemi la gloria, i canti,
e ripetetemi: Italia avanti!

Mamma, mamma, se lungi ti sono,
ch'io ti scordi giammai non temer:
de la mamma la dolce parola
serba in core ogni buon Bersaglier!

E bella, tu che hai detto d'amarmi,
serba sempre l'affetto sincer;
che se il piè muove sempre veloce,
fermo ha il cuore ogni buon Bersaglier.

Piume baciatemi la guancia ardente,
che al bacio un fremito nel cuor si sente.
Piume ridetemi la gloria, i canti,
e ripetetemi: Italia avanti!


E tu Patria, tu palpito sacro,
prima sempre nei nostri pensier,
va' superba di noi, che la vita
t'ha sacrata ogni buon Bersaglier.

Piume baciatemi la guancia ardente,
che al bacio un fremito nel cuor si sente.
Piume ridetemi la gloria, i canti,
e ripetetemi: Italia avanti!